“Non era mai successo che un presidente della categoria dell’autotrasporto si costituisse parte civile in un processo per mafia, nonostante questo mondo sia da sempre oggetto di particolare attenzione da parte della criminalità organizzata. Ora la sentenza della Corte di Cassazione che ha confermato le condanne per il processo AEmilia contro i clan della ‘ndrangheta in Emilia Romagna, compresa quella, a 3 anni, inflitta all’ex vicepresidente della Cna di Reggio Emilia Mirco Salsi, ex patron della Reggiana Gourmet, che in Cna ricopriva anche l’incarico di vicepresidente nazionale della sezione alimentari, testimonia della correttezza di quella costituzione di parte civile”. Ad affermarlo non è una persona qualunque: è Cinzia Franchini, ovvero l’ex presidentessa di Cna Fita che, primo caso in Italia, aveva deciso di scendere in campo in un’aula di giustizia, costituendosi parte civile, per denunciare i legami fra mafia e autotrasporto. Scegliendo come “terreno di scontro” quello del più importante processo per mafia celebrato nel Nord Italia, nato da un’inchiesta che a gennaio del 2015 aveva svelato il radicamento trentennale della ‘ndrangheta nella regione. Un legame fra la mafia e il mondo imprenditoriale (compreso quello dell’autotrasporto) Continua a leggere