“Gentile dottor Fraconti, in riferimento alla sua nota con cui, evidenziando le particolari condizioni di rischio connesso all’esposizione al virus degli operatori del settore trasporto e logistica, si richiede l’inclusione degli stessi tra le categorie con priorità nell’ambito della somministrazione vaccinale, si evidenzia che questo Istituto ha provveduto a inviare la stessa al ministero della Salute, che ha la competenza sul Piano strategico vaccinazione anti-Sars-CoV-2/Covid-19 e, al contempo, si impegna a rappresentare, anche attraverso i propri esperti, la sua istanza nelle sedi opportune e nei tavoli di lavoro in cui si trova coinvolto”. Sono solo poche righe quelle inviate dalla presidenza dell’Istituto superiore della sanità a Claudio Fraconti, responsabile dell’Osservatorio territoriale del trasporto e della logistica di Milano, Monza e Brianza, Lodi, ma importantissime. Perché sono la conferma che qualcosa si è finalmente mosso e che ora quella richiesta avanzata dalla categoria per voce dell’autotrasportatore chiamato a guidare anche la Fai (federazione autotrasportatori italiani) di Milano con l’obiettivo di “tutelare al più presto decine di migliaia di conducenti ma anche magazzinieri che ogni giorno, per garantire la “normalità della vita” a milioni d’Italiani, entrano in contatto con moltissime persone, mettendo a repentaglio la propria salute”, è finita sui tavoli “dove di decide”: quelli del ministero appunto, oltre a quelli del commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, dell’assessore alla Sanità della Regione Lombardia Letizia Moratti, di Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico. “Un passo in avanti importante, che conferma l’attenzione del governo per una categoria professionale che tanto ha fatto nei mesi più difficili dell’emergenza per garantire la presenza di cibo e altri prodotti nei negozi, di farmaci e bombole d’ossigeno negli ospedali e nelle farmacie, di carburante nelle aree di servizio, di materie prima da lavorare nelle fabbriche e nei laboratori rimasti in attività”, commenta Claudio Fraconti. “E tutto questo senza mai tirarsi indietro, pur sapendo perfettamente di essere esposti molto più di tantissime altre persone al rischio di contagio”. Così come altre categorie di lavoratori, primi fra tutti medici e infermieri, ai quali, aveva sottolineato Claudio Fraconti nel documento in cui si chiedeva attenzione anche per gli operatori del trasporto e della logistica, “andava la precedenza assoluta, così come al personale delle residenze per anziani e ai loro ospiti”, facendo seguire però “subito dopo conducenti, magazzinieri. Perché anche loro devono essere inseriti nelle “categorie prioritarie” alle quali somministrare, prima che ad altri, i vaccini anti Covid”, si legge nel documento inviato al governo dai responsabili dell’Osservatorio territoriale del trasporto e della logistica di Milano, Monza e Brianza, Lodi, nel quale si evidenziava come “l’inserimento di questi lavoratori già nella prima fase di somministrazione dei vaccini sia indispensabile per consentire la continuità in condizioni di massima sicurezza di questi servizi strategici, fatto salvo ovviamente il principio di volontarietà . Queste tipologie di lavoratori svolgono, per forza di cose, le loro funzioni a stretto contatto fra loro, ma soprattutto con i destinatari delle merci – lavoratori anch’essi o anche privati cittadini – e si spostano continuamente in ambito locale, fra le diverse regioni italiane e all’estero”, si legge ancora nella lettera scritta e inviato per cercare di “smuovere le acque”. Ora quelle acque si sono finalmente mosse.