È partita la corsa per l’acquisizione di Autostrade per l’Italia, società messa sul mercato dopo essere finita nella bufera in seguito al crollo del ponte Morandi a Genova, tratto autostradale di cui ha la concessione. E al cancelletto di partenza sarebbero schierati ben 13 “concorrenti” (di cui nove avrebbero già firmato la lettera di riservatezza) tra cui tre realtà italiane presenti nel settore autostradale: Astm del gruppo Gavio; la famiglia di costruttori piemontesi Dogliani, in partnership col fondo di private equity londinese Circuitus; il gruppo abruzzese Toto, in partnership col fondo americano Apollo. Accanto a loro, sui blocchi di partenza per sedersi alla guida di Aspi (società controllata da Atlantia, gruppo quotato a Piazza Affari, a sua volta partecipato da Edizione Holding della famiglia Benetton) ci sarebbero grandi società finanziarie Usa come Blackstone e Kkr, la banca d’investimenti australiana Macquarie, il più importante fondo pensioni olandese Pggm, la China merchant bank (una delle principali istituzioni finanziarie cinesi), l’italiana F2i e, ultimi a schierarsi sulla “linea di partenza”, due fondi australiani, Stone Peak e Australian Super, del gruppo infrastrutturale, anch’esso australiano, Ifm Investors, e della società di asset management canadese Brookfield.