Recovery fund: è l’occasione per rilanciare i porti italiani ma rischia d’essere gettata in mare

I porti italiani hanno bisogno di dragaggi, di adeguamento delle banchine ai cambiamenti climatici e alla qualificazione ambientale, di una vera integrazione fra le diverse modalità di trasporto attraverso il potenziamento del disegno logistico nazionale, e le risorse del recovery fund possono essere una grandissima occasione da non perdere per far cambiare davvero rotta al Paese. Ma quanto sta accadendo è esattamente l’opposto di ciò che tutti invocano, ossia una programmazione di carattere nazionale, sotto una regia unica del Ministero, cosa peraltro prevista della riforma Delrio. Con il rischio che un mare di denaro, in arrivo dalla Comunità europea, possa essere utilizzato male, sprecato. Per l’ennesima volta. A lanciare l’allarme sul pericolo che questo possa accadere è il presidente di Federlogistica-Conftrasporto Luigi Merlo, che in un comunicato stampa denuncia come “ormai da diversi giorni si assista all’annuncio, in ordine sparso, delle richieste che starebbero per essere presente al Governo da quasi tutte le principali realtà portuali italiane per ottenere le risorse del recovery fund in una fiera delle vanità molto localistica”, quando invece sarebbe necessario avere un’unica regia per “una vera integrazione intermodale e per il potenziamento del disegno logistico nazionale.In una situazione aggravata dal fatto che i nuovi piani regolatori di sistema portuale non sono mai stati predisposti, salvo rarissimi casi”, ha aggiunto il presidente di Federlogistica-Conftrasporto, “l’augurio è che il ministero adotti criteri selettivi ragionati e di visione, tenuto conto della trasformazione in atto nei mercati globali, e non si pieghi alle spinte territoriali e provinciali che sono da sempre causa di gravi errori per la portualità italiana. Le risorse del recovery fund possono essere occasione per la vera integrazione intermodale e per il potenziamento del disegno logistico nazionale, per un piano straordinario di dragaggi con procedure d’urgenza, per l’elettrificazione delle banchine e l’avvio di progetti legati all’idrogeno”.