L’auto che non parte se il conducente è ubriaco esiste. Ma il ministero non la fa “partire”

Si chiama alcolock, ed è un etilometro montato sull’auto. Finlandia e Svezia l’hanno reso obbligatorio su veicoli commerciali e scuolabus, altri 15 Paesi europei lo stanno testando. In Italia una legge prevede la sua installazione facoltativa con le compagnie assicurative disposte  a offrire robusti  sconti, Peccato però che manchino i decreti attuativi che il ministero dei trasporti non ha emanato. A denunciarlo, dopo la tragedia della Valle Aurina costata la vita a sette persone travolte dall’auto di un operaio ubriaco, è Beppe Severgnini che nel suo appuntamento sul Corriere della Sera on Line denuncia come “ limitare le stragi del sabato sera e bloccare il guidatore ubriaco sia possibile: basta volerlo”. La stessa  identica conclusione alla quale poche ore prima era giunto il vicepresidente nazionale di Confcommercio e Conftrasporto Paolo Uggè invitando il mondo politico a seguire strade “concrete” per fermare le stragi sull’asfalto. Come, appunto,  “spingere” gli automobilisti verso l’acquisto  di auto intelligenti capaci di non avviare il motore se il conducente è sbronzo.  Restano solo un paio di  interrogativi: quanti automobilisti sarebbero davvero disponibili ad acquistare un’auto pronta a lasciarli in panne dopo decine di cene o serate con gli amici al bar? E quante case automobilistiche sarebbero davvero pronte a investire su una soluzione che il mercato potrebbe non recepire?