Era stata preannunciata come una grande mobilitazione, con camion che avrebbero dovuto bloccare l’ingresso degli scali portuali, ma si è trasformata in un clamoroso flop. Addirittura ridicolo, se si pensa che all’ingresso del porto di Cagliari a manifestare contro il “caro navi” scattato dall’inizio dell’anno, si è presentato un solo autotrasportatore, per di più arrabbiato per essere stato l’unico a “protestare”. Un fiasco colossale, ma non per Alberto Mugnai, presidente regionale di Trasportounito, anche lui presente in porto insieme ad alcuni rappresentanti delle forze dell’ordine, prontissimo a fornire una “spiegazione”: “Se in giro non si vede nessuno significa che gli altri lavoratori hanno aderito a modo loro, rimanendo a casa. Per me è già un buon segno”. Di certo segnali più concreti sono arrivati da Catania dove decine di autotrasportatori hanno organizzato un presidio davanti all’ingresso Darsena dello scalo di Catania, vicino alla zona del Faro Biscari, dove Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito ha invitato il governo a non illudersi di “trovarsi difronte i soliti quattro disperati da calmare con un tozzo di pane o peggio con promesse immaginose”, lanciando un avvertimento:” Sicilia e Sardegna sono la punta di un iceberg di disagio disperazione e rabbia. La totale incapacità del governo e della politica di comprendere che l’innalzamento di costi e delle barriere infrastrutturali annientano territori come quelli delle due isole maggiori, sommata all’indifferenza con la quale si affrontano le rilevanti ripercussioni generate da normative internazionali e comunitarie, generano le premesse per innescare conflitti sociali che, auspichiamo, non escano fuori controllo”.