Il 40 per cento dei camion che circolano sulle nostre strade viaggia scarico. È questo il dato da cui Franco Fenoglio, presidente e amministratore delegato di Italscania e di Unrae veicoli industriali, l’associazione che raggruppa tutte le marche estere di truck che operano in Italia, è partito per lanciare l’allarme sul ritardo con cui nel nostro Paese viaggia la logistica, settore che a livello europeo, come ha spiegato in un’intervista rilasciata al quotidiano Il Giornale, ha un ruolo sempre più importante nel settore dell’autotrasporto ed è un’attività in continuo sviluppo grazie alle tecnologie legate alla connettività. Sviluppo che, però, non si registra in Italia. “Che ci sia molto da fare, in Italia, lo si desume da un dato ben noto, ma comunque allarmante, e cioè che il 40 per cento dei mezzi industriali che circolano sulle nostre strade viaggia scarico”, ha esordito Franco Fenoglio, spiegando che “su questo dato incidono numerosi fattori, primo tra tutti il nostro parco circolante decisamente vecchio e per il quale manca qualsiasi politica di incentivazione strutturata”.Una flotta di camion decisamente vecchia (e per questo non solo altamente inquinante ma anche pericolosa per la sicurezza stradale) che necessiterebbe di un rapido ricambio proprio per permettere alle imprese di autotrasporto di fare sistema e di eliminare la deleteria frammentazione che oggi caratterizza il settore. E questo grazie “alla connettività di cui sono equipaggiati oggi anche i veicoli pesanti, una raffinata tecnologia che offre la possibilità di integrare ogni veicolo in maniera interconnessa in una o più flotte”. Impedendo che 4 tir su 10 continuino a viaggiare scarichi. Un allarme che Franco Fenoglio ha deciso di far tornare a suonare anche alla luce di altri dati: quelli contenuti nelle previsioni per i prossimi mesi e che indicano un’ulteriore flessione del 10 per cento negli acquisti di nuovi mezzi , frutto di sfiducia nella situazione politica ed economica del Paese e di insufficienti manovre per incentivare il ricambio. “Col risultato che il nostro parco circolante continuerà dunque a invecchiare e le imprese dell’autotrasporto italiane continueranno a perdere competitività, a favore di moderne imprese straniere, nella logistica continentale più complessa, quella maggiormente remunerativa, e a essere confinate nella logistica più povera, quella che consiste nel semplice trasporto dal punto A al punto B”, ha concluso il presidente e amministratore delegato di Unrae veicoli industriali sottolineando una volta di più come “la logistica incida pesantemente sul costo finale di un bene”, e come “ se un’impresa di autotrasporto non è competitiva sia destinata a essere esclusa dal mercato. La conseguenza? “Una colonizzazione della logistica italiana da parte di imprese estere che non arriva soltanto da Paesi con costo del lavoro e imposizione fiscale più bassi che da noi, ma anche da nazioni moderne, come Germania, Francia e Spagna che da tempo della logistica hanno fatto una bandiera”.