Tre ponti crollati in sei mesi sono sufficienti per far partire i controlli e giustificare una “mappa del rischio di nuovi cedimenti”? La domanda che Paolo Uggè, presidente di Conftrasporto, aveva posto dalle pagine di stradafacendotgcom24 e dal sito www.conftrasporto.it, nell’aprile 2017, a sei mesi di distanza dalla tragedia del 28 ottobre 2016 ad Annone Brianza, in provincia di Lecco (e i crolli di un cavalcavia avvenuto a Fossano in provincia di Cuneo e di un ponte sulla A14 all’altezza di Camerano, tra Loreto e Ancona Sud) fa venire i brividi riletta oggi. Perché a quei crolli se n’è aggiunto un altro, terribile, avvenuto attorno a mezzogiorno a Genova dove una lunga porzione del viadotto dell’autostrada A10, sul tratto che sovrasta il torrente Polcevera passando sopra un popoloso quartiere della città, ha collassato, quasi sicuramente per un cedimento strutturale,mentre un violento nubifragio si stava abbattendo sulla zona. Due mezzi pesanti e alcune auto sono rimastisepolti sotto le macerie dopo un volo di decine di metri uccidendo (ma il bilancio è purtroppo solo provvisorio) 22 persone e ferendone 7. Una tragedia che fa tornare in mente un’altra, ancora più agghiacciante, domanda che si era posto sempre Paolo Uggè: “Quanti altri cavalcavia dovranno crollare sotto il peso del silenzio e dei controlli non fatti? La stessa domanda che tutta l’Italia si porrà oggi, ma alla quale questa volta non potrà non essere aggiunta un’altra domanda più importante di tutte: quando verranno puniti coloro che per mesi, anni non hanno fatto nulla? Quando verranno chiamati a rispondere di omicidio coloro che non hanno mosso un dito perchè altre tragedie avvenissero? Assassino è solo colui che preme il grilletto di una pistola o lo è anche chi, sapendo (come sanno benissimo decine di esponenti politici e centinaia di burocrati) che le condizioni di molte infrastrutture rappresentano un pericolo e possono diventare da un momento all’altro trappole mortali, hanno perso mesi, anni per agire? A quante tragedie annunciate dovrà assistere ancora il Paese perché la coscienza civile si risvegli e non accetti più quel “silenzio “colpevole”, che aveva denunciato semprePaolo Uggè, chiamando in causa “coloro che non avevano mai neppure raccolto gli Sos lanciati da chi si è sgolato per mesi per denunciare lo scandalo dei trasporti eccezionali. Perchè se “un trasporto eccezionale transita su un ponte solo “eccezionalmente”, come dovrebbe accadere, è un conto; ma che se quel fatto eccezionale diventa la norma,(perchè per esempio è molto più conveniente economicamente trasportare un carico di materiali in acciaio una volta sola su un unico Tir piuttosto che tre volte su altrettanti mezzi) è tutta ‘un’altra faccenda”, aveva tuonato Paolo Uggè. “Perchè decine di giganti della strada stracarichi di acciaio o altri materiali che transitano ogni giorno possono mettere a durissima prova la tenuta di un’infrastruttura progettata e realizzata per sopportare altri tipi di pesi”. Altre persone perderanno la vita o la possibilità, in seguito alle ferite, di avere una vita normale in seguito ad altri crolli? Probabile, verrebbe da dire a guardare le statistiche dell’ultimo semestre”: così si legge viaggiando a ritroso nelle cronache di mesi fa. Insieme a una domanda che oggi l’intero Paese rivolge alla classe politica: chi guida il Paese non vorrà rispondere neppure questa volta?