Le manovre del Governo basteranno a fermare lo sciopero dei tir in pieno boom vacanze?

A inizio agosto, in pieno “boom vacanze” l’Italia sarà costretta a fare i conti con uno sciopero dei tir che potrebbe creare non pochi problemi di rifornimenti? Il fermo è stato confermato dalle principali associazioni di categoria ma l’augurio di milioni d’italiani è che alla guida del Paese qualcuno stia effettuando le “manovre” più opportune per impedirlo. Sarà davvero così? Quanto fatto fino a ora dal nuovo esecutivo non sembra sufficiente, almeno a giudicare da quanto affermato dal presidente di Conftrasporto e di Confcommercio Paolo Uggè. 

Mancano meno di tre settimane dal  fermo nazionale dei servizi di autotrasporto merci proclamato da lunedì 6 agosto a giovedì 9 agosto: una protesta che, partendo in concomitanza con milioni di italiani in vacanza potrebbe provocare non pochi problemi. C’è qualche segnale da parte del Governo che lasci sperare a una soluzione “indolore”?” Un segnale, anche se insufficiente, vi è stato. Sono stati emanati tre decreti che rendono operativi gli stanziamenti per l’acquisto di nuovi automezzi; consentono la deduzione sul Servizio sanitario nazionale previsto nelle polizze assicurative e rendono applicabili le detrazioni sulle spese non documentate per le piccole imprese. Quest’ultimo aspetto non rispetta però le intese a suo tempo raggiunte e sarà oggetto di un’attenta valutazione per assumere una posizione comune”. 

Alla vigilia del possibile sciopero nazionale a Roma è appena stato presentato il primo Osservatorio di Conftrasporto Confcommercio che sottolinea tre punti chiave per il futuro dell’autotrasporto: il rispetto del principio di libera circolazione di persone e merci; lo sblocco delle procedure di revisione dei veicoli pesanti, il no ai limiti per i rimborsi sugli incrementi dell’accisa sul gasolio… Su questi temi ci sono state risposte da parte del Governo? “Questi e altri temi dovranno essere affrontati con il Governo quando si starà predisponendo la prossima Legge di stabilità. Ovviamente una soluzione che compatti il settore potrebbe essere quella di inserire anche l’argomento spese non documentate nella discussione complessiva e così rendendo più articolata e complessiva la trattativa”.

Alcune “manovre” però sono state fatte…. Potrebbero bastare comunque ad annullare o quantomeno a rinviare la protesta in attesa di “risposte più concrete”? “Le manovre fatte sono insoddisfacenti per l’entità delle spese non documentate. Il problema è se si vorrà affrontare il confronto con il Governo da una posizione di forza oppure no. È ovvio che una vertenza complessiva ha più impatto e mette l’autotrasporto in una posizione di maggior forza. Credo che nella decisione finale queste considerazioni prevarranno unitamente al senso di responsabilità che non è mai venuto meno alle federazioni responsabili. Ma sarà una decisione che ovviamente assumeremo tutti insieme”.

Lei presentando l’Osservatorio ha affermato che “la  logistica è un tema essenziale e delicato  per l’economia del Paese che può dare  competitività all’Italia” e che “l’osservatorio vuol fornire al Governo nuovi dati da analizzare per comprendere meglio, conoscenza reale del settore  per compiere le scelte più opportune”.  Molti operatori del settore hanno però la sensazione che trasporto e logistica non siano per il Governo una priorità…. ” Questo è dimostrato dai fatti: l’autotrasporto non è ancora stato ricevuto al ministero, nonostante la richiesta. Non abbiamo ancora un punto di riferimento politico con il quale confrontarci. I dati poi evidenziano come su argomenti decisivi per la competitività non si è aperto alcun confronto. Quello che appare, dunque, è che  l’Esecutivo non attribuisce alla  logistica e ai trasporti la rilevanza che invece hanno per la competitività del sistema Paese”.