370 milioni di euro l’ora: la cifra folle pagata dall’Italia per la chiusura del Brennero

Immaginate di prendere 370 milioni di euro e di bruciarli, oppure di farli in tanti pezzettini e poi buttarli nel water tirando lo sciacquone. E poi  immaginate di fare la stessa cosa un’ora dopo e poi ogni ora. E ora immaginate che quella follia demenziale diventi realtà, perdendo per strada  (e non è solo un modo di dire…) quell’immensa massa di denaro per ogni ora di ritardo accumulata nel trasporto merci per colpa del blocco di un valico. Per l’esattezza il valico del Brennero, la cui chiusura rischia di costare  “più di 370 milioni di euro, di cui 170 a carico dell’autotrasporto”, come denuncia il vicepresidente di Confcommercio e di Conftrasporto Paolo Uggè, citando  “una stima dell’Ufficio studi Isfort e Conftrasporto, elaborata in relazione all’annunciata volontà del governo austriaco di introdurre controlli al valico. “Più volte Conftrasporto ha evidenziato come decisioni che rallentano i collegamenti dei Paesi periferici al Centro dell’Europa siano incompatibili con il principio della libera circolazione delle persone e delle merci a livello europeo”, scrive in un comunicato stampa Paolo Uggé,” tale considerazione è stata ripresa e ribadita dal commissario europeo ai Trasporti Violeta Bulc e da gruppi parlamentari europei. La decisione dell’Austria va immediatamente sanzionata.Non solo: alla luce di quanto dichiarato oggi dal ministro dei Trasporti austriaco Norbert Hofer (“In termini economici ripristinare i controlli al Brennero sarebbe un disastro” ndr), verrebbe da chiedersi se il contingentamento dei Tir in atto da tempo al Brennero, e deciso unilateralmente dall’Austria, sia dettato da motivi ambientalistici oppure economici”. D’obbligo, a questo punto, un intervento immediato del Governo che, conclude Paolo Uggé, “deve farsi sollecito interprete delle esigenze del sistema produttivo nazionale adottando le misure necessarie e avanzando proposte che riducano al massimo i danni per la nostra economia, introducendo forme di controllo atte a impedire ai migranti irregolari di violare le norme in atto sul fenomeno dell’immigrazione. Le dichiarazioni rilasciate a mezzo stampa lasciano il tempo che trovano, soprattutto non producono soluzioni concrete, cosa di cui si sente la necessità”.