Camion che passavano la revisione senza nemmeno andare alla Motorizzazione di Brescia. Altri ai quali veniva fatto un controllo tutt’altro che accurato, limitato ai freni o poco più. Lo scandalo revisioni investe la Motorizzazione di Brescia, ma anche quella di Bergamo, con otto dipendenti indagati per falso ideologico in atto pubblico e sospesi. Tra loro anche il direttore dell’ufficio di Bergamo, dove era stato trasferito, che andrà in pensione a fine anno. Gli altri sette lavorano ancora a Brescia.
Come riporta L’Eco di Bergamo, “secondo le accuse gli otto indagati, incaricati di effettuare le revisioni – e pertanto in qualità di pubblici ufficiali – avrebbero attestato falsamente di aver effettuato le revisioni di centinaia di veicoli, camion in particolare, senza compiere gli accertamenti tecnici previsti”. Il controllo dei mezzi, spiega il quotidiano bergamasco, “si limitava a quello dei freni e, in alcuni casi, visivo, venendo generalmente omesse le prove gas di scarico, rumorosità e luci. In alcuni casi inoltre i mezzi non risultavano neppure essere mai stati presenti all’interno della Motorizzazione ai fini della revisione, nonostante il rilascio del relativo certificato”. L’indagine è partita da una controllo dei carabinieri di Breno (Brescia) a un’auto modificata in diverse parti, ma comunque provvista del tagliando della revisione. “I successivi accertamenti disposti dalla Procura, compresa l’installazione di microcamere per verificare effettivamente cosa stesse succedendo, hanno potuto dimostrare che in circa due settimane (dall’11 al 24 gennaio scorso) sarebbero state addirittura 311 le vetture e i mezzi pesanti o commerciali che sono stati revisionati senza effettivamente fare la revisione“, spiega Bresciatoday.it.