Nell’Italia di oggi sorprende che ci sia qualcuno che dà lavoro ai giovani. Considerazione che la dice lunga sulla direzione verso la quale sta viaggiando il Paese dove, fortunatamente, c’è però ancora chi ha la capacità, la volontà, l’intelligenza di far viaggiare un progetto. Perché di questo ha bisogno il Paese per ripartire: di gente che si pone un traguardo e sa come raggiungerlo. Trasportando magari a destinazione un carico di giovani alla ricerca di un lavoro di certezze per il futuro. Missione non impossibile come hanno dimostrato gli esponenti delle diverse “anime” del mondo dell’autotrasporto che hanno contribuito a realizzarla e che è stata raccontata su Radio 24 da Andrea Manfron, segretario di Fai Conftrasporto. Intervistato dal conduttore, che ha usato proprio il termine “sorprendente” per raccontare l’iniziativa, Andrea Manfron ha fatto viaggiare in tutta Italia, lungo le onde della nota emittente radiofonica, la storia di questo progetto varato su iniziativa del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e dall’Albo dell’autotrasporto al quale hanno preso parte tutti i soggetti interessati, dai produttori di autoveicoli alle associazioni di categoria, ideato e realizzato proprio per favorire l’ingresso nel mondo del lavoro di giovani neodiplomati. Seguendo quella che Andrea Manfron ha definito la “filosofia del si può fare”. Una filosofia che è diventata realtà consentendo a 2200 giovani in cerca di lavoro di vedersi finanziato, per l’80 per cento dei costi, il corso per diventare professionisti della guida dei tir ed entrare nel mondo del lavoro. “Il bando, riservato a giovani fra i 18 e 29 anni che volevano conseguire la patente C e la Cqc, la carta di qualificazione del conducente, avrebbe dovuto coprire originariamente 500 domande”, ha precisato Andrea Manfron, seduto solo da pochi mesi nella cabina di guida della federazione ma già divenuto padrone della materia, “mentre ne sono arrivate ben 2500. Di queste 2200 sono risultate idonee e i promotori dell’iniziativa hanno deciso di finanziarle tutte”. Spalancando così un’autostrada verso un futuro lavorativo per 2200 ragazzi che potranno prepararsi a guidare lungo le strade dell’Italia, dell’Europa e del mondo i più moderni Tir, frutto spesso di tecnologie derivate direttamente dalla ricerca Nasa e che richiedono autentici professionisti della guida. Veri e propri Top Gun, in questo caso non dell’aria ma dell’asfalto. Un esempio che la filosofia del “si può fare” può tradursi in realtà anche in un Paese dove troppo spesso ai fatti si preferiscono le parole. Creando posti di lavoro in un settore che negli ultimi anni ha dovuto fronteggiare una crisi durissima, resa ancora più pesante dalla concorrenza sleale di conducenti dell’Est. Autisti stranieri che, nella stragrande maggioranza dei casi, non possiedono neppure un briciolo della preparazione che potranno invece avere i nuovi 2200 professionisti della guida sicura dei Tir.