Prima del periodo feriale è d’obbligo compiere una riflessione su quanto avvenuto in questa prima parte dell’anno. Un “bilancio provvisorio” utile per capire meglio lo scenario e le manovre future. Dal punto di vista delle risorse dobbiamo riconoscere che l’intesa fra Governo e federazioni del mondo dell’autotrasporto ha di fatto ottenuto gli obiettivi prefissati: riduzione dei costi, interventi sugli investimenti e sul combinato ferro e mare sono le voci principali nella lista delle positività. A queste si aggiunge, non dimentichiamolo, l’intervento “in zona Cesarini” che ha confermato la pre deducibilità tra i creditori dell’Ilva delle imprese di trasporto. In attesa di conoscere le evoluzioni sul bonus mare, decisive per poter effettuare una valutazione, e passando invece ai problemi irrisolti, non possiamo dimenticare la questione dei trasporti eccezionali, praticamente paralizzati dalla malaburocrazia dopo il crollo del cavalcavia di Annone Brianza; la funzionalità degli uffici territoriali del ministero (a partire dalle revisioni e dalle immatricolazioni dei mezzi pesanti “ferme” nelle Motorizzazioni civili per mancanza di personale, disorganizzazione…); l’inefficienza dei controlli per contrastare i fenomeni di abusivismo. Evidentemente le citazioni non sono esaustive ma il giudizio delle positività e delle negatività si limita alle questioni più impattanti. Trarre da queste evidenziazioni un giudizio negativo o positivo sarebbe troppo semplicistico, anche perché alla ripresa dei lavori a settembre l’attenzione sarà concentrata sugli sviluppi che porterà il quarto pacchetto stradale che l’Europa ha presentato e che contiene modifiche importanti sulle operazioni di cabotaggio. Un “percorso” vitale sul quale si dovrà fare squadra con il ministro alle Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio (sottoscrittore del documento sull’alleanza a difesa del trasporto stradale), per contrastare quelle nuove norme che rappresentano un vero e proprio grimaldello destinato a provocare sconquassi per le nostre imprese. Il tutto si inserirà in una fase elettorale che non sarà certo breve e che ci costringerà a fare delle scelte che, se non ben considerate, potranno portare a dei risultati estremamente negativi per la nostra attività. Questa volta, più che mai, occorrerà analizzare attentamente le intenzioni delle rispettive forze politiche (alcune di queste si sono già espresse sui temi che ci riguardano, e Conftrasporto ha già commentato quello di una forza politica che va per la maggiore), e proprio per questo sarà necessario, e Fai Conftrasporto lo farà, predisporre per tempo un documento sul quale il mondo dell’autotrasporto possa confrontarsi con tutti. Segnalando poi le risposte ricevute agli operatori perché nelle loro scelte tengano conto di come si intendano affrontare i temi più caldi del settore. Le simpatie personali debbono avere un ruolo di secondo piano, rispetto agli interessi generali. Di certo un elemento imprescindibile sarà la ricerca della maggior condivisione, ma Conftrasporto non verrà meno alla propria linea politica. La rappresentanza di sistema deve essere rafforzata perché è l’unica condizione che può rendere interlocutore del nuovo esecutivo l’intero mondo dei trasporti. L’occasione è decisiva. Per questo anche il tema della rappresentanza rientra a pieno titolo nelle questioni alle quali ci troveremo di fronte alla ripresa.
Paolo Uggè, presidente di Fai Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio