I giovani riscoprono il lavoro del trasportatore, grazie ai finanziamenti e ai contatti in azienda

Quella dell’autotrasportatore è una professione che ha ancora un futuro? Sì, a giudicare dalle 2500 candidature presentate da altrettanti aspiranti autotrasportatori coinvolti nel “Progetto Giovani Conducenti”, l’iniziativa promossa insieme alla Fai e alle associazioni del trasporto per aiutare i giovani a conseguire le patenti superiori (C, E, Cqc)) e a entrare in contatto con le aziende. Un successo che ha spinto il Comitato centrale dell’Albo degli autotrasportatori a innestare la quarta per aiutare concretamente sempre più neodiplomati a costruirsi un futuro in questo settore, portando da uno a quattro milioni di euro il budget destinato al “Progetto Giovani Conducenti”. Un risultato veramente eccellente, soprattutto se letto alla luce dei dati del ministero dei Trasporti che testimoniano come oggi quasi l’80 per cento degli autisti dei mezzi pesanti provenga da altri Paesi europei e come negli ultimi 10 anni l’offerta di autisti in Italia esia diminuita di 182.307 unità, mettendo a rischio il ricambio generazionale, con solo solo 25mila Cqc su un totale di 775mila valide intestate a giovani. Una situazione creata in buona parte proprio dai costi necessari “che possono ammontare anche a seimila euro”, come ha spiegato in un’intervista pubblicata sul Giornale di Brescia la segretaria provinciale della Fai della Leonessa di, Giuseppina Mussetola, “ma che potranno essere drasticamente tagliati visto che chi usufruirà del bando avrà un risparmio dell’80 per cento. Una volta tanto si può dire che saranno soldi spesi bene per il nostro settore professionale”. Un progetto concreto per aiutare i giovani a trovare un lavoro e a costruirsi una professionalità, al quale si aggiungono altre iniziative che la Fai bresciana ha in cantiere: “da settembre l’organizzazione dei corsi vedrà la raccolta delle necessità delle diverse aziende, per una formazione mirata con numerosi corsi post-diploma altamente specializzati, mentre recentemente è già stato avviato un percorso, “guidato” insieme con l’assessorato ai Servizi sociali, per ricollocare personale disoccupato o in carico ai servizi sociali, preparando le figure professionali necessarie alle imprese di trasporto e logistica a 360 gradi”.