G7 Trasporti, attenti a liberalizzare e a chi vuole più potere per rappresentare se stesso

Cagliari, città dove oggi si ritrovano i ministri del G7 dei Trasporti, è una località bellissima che, spesso, offre un cielo azzurro terso e un clima splendido. A offuscare il sereno con più di una nuvola e a raffreddare il clima potrebbe però provvedere uno dei temi di cui non si potrà non parlare nell’incontro presieduto dalla commissaria europea Violeta Bulc, ovvero le nuove norme contenute pacchetto stradale. Conftrasporto ha recentemente espresso il proprio vivo apprezzamento per la netta e chiara posizione che ha espresso il nostro ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Graziano Delrio e, proprio perché ritiene quella di oggi una giornata importante, ha voluto ribadire, alla vigilia del summit sardo, come le proposte contengano aspetti condivisibili e altri assolutamente non accettabili se non adeguatamente chiariti. 

La norma sul cabotaggio stradale, che toglie il limite alle operazioni susseguenti un trasporto internazionale (oggi è limitato a tre operazioni) è pericolosa e finirebbe per determinare per le imprese situate nel Nord est dell’Italia conseguenze drammatiche. Liberalizzare totalmente l’autotrasporto per cinque giorni, togliendo i limiti attuali, significherebbe infatti determinare la libertà assoluta per gli operatori provenienti dall’Est europeo di poter eseguire servizi di trasporto durante la settimana, tonarsene a casa il venerdì sera e ritornare il lunedì. Pronti a scatenare una nuova concorrenza sleale, considerato l’abisso esistente fra le condizioni economiche che possono offrire rispetto ad aziende italiane soffocate dal costo del lavoro e dal fisco. In un simile contesto l’unica alternativa rispetto alla chiusura dell’attività, per le imprese nazionali situate nelle zone del Veneto, Friuli e Trentino, è la delocalizzazione, ma l’ operazione può realizzarsi solo a parità di condizioni. La categoria è schierata al fianco del ministro Delrio e ne condivide la presa di posizione. Altro aspetto da chiarire è l’intenzione di consentire anche al settore del “conto proprio” di poter fare ricorso alle operazioni di noleggio. Ora il trasporto in conto proprio consente di poter trasportare la merce propria e non quella altrui. Per questo esiste il conto terzi. La ragione è dovuta alla miglior organizzazione che riduce il numero dei viaggi a vuoto ed è alla base dello sviluppo della funzione logistica. Se passasse l’idea contenuta nei testi diffusi, il risultato sarebbe proprio l’incremento dei viaggi a vuoto e per l’ambiente sarebbe un’azione di puro e semplice autolesionismo. Conftrasporto interverrà anche nei confronti del Parlamento che dovrà affrontare il tema e sarà in prima fila a difesa del sistema delle imprese nazionali. Probabilmente non potrà contare sul sostegno di coloro che ricercano gli operatori esteri (per loro non conta la sicurezza o la difesa dell’impresa italiana ma soltanto il prezzo più basso) e che, c’è da scommettere, non si schiereranno. Per loro l’autotrasporto è lo strumento che garantisce operazioni di rendita di posizione: per questo arrivano all’impudenza di chiedere la modifica delle regole della rappresentanza, in essere da anni e mai contestate. I principi per accertare la rappresentanza sono quelli del Cnel e delle Camere di Commercio: cambiare le regole per averne di nuove a proprio uso e consumo non appare esattamente cosa buona e giusta…

Paolo Uggè, presidente Fai Conftrasporto e vicepresidente Confcommercio