“Tutti i santi giorni, grazie anche alle incontrollate innovazioni tecnologiche, succede che gli operatori del settore noleggio auto con conducente indossino il cappellino da tassista e operino in regime di concorrenza sleale nei confronti degli autisti delle auto bianche. Il servizio del trasporto pubblico non di linea è distorto da tempo e il ministro Calenda sembra scoprire l’acqua calda, ignorando gli effetti disastrosi causati dal suo Governo”. Ad affermarlo è Alessandro Atzeni di Uiltrasporti settore taxi commentando le dichiarazioni fatte dall’esponente del Governo all’assemblea generale di Confcommercio a Roma e in particolare al fatto che il “taxi e Ncc devono operare secondo le regole dei rispettivi servizi ‘altrimenti si distorce l’idea del servizio”. “Da parte del ministro, oltre alle sterili chiacchiere servirebbe un cenno di concretezza per arginare lo scempio ramificato nel settore del trasporto urbano regolato dalla legge 21/1992”, ha proseguito Alessandro Atzeni. “Purtroppo, però, quella concretezza che avrebbe dovuto prendere forma tramite un decreto interministeriale tra ministero alle Infrastrutture e ai trasporti e e Ministero dello Sviluppo economico non è mai arrivata, causando l’irreversibile innesco della bomba a orologeria che provocherà una disastrosa guerra tra poveri tra le parti interessate”. Di tenore completamente diverso il commento dell presidente di UriTaxi, Loreno Bittarelli, secondo il quale “dopo dieci anni di confusione e violazione autorizzata di tutte le regole, dopo la deregolamentazione selvaggia predicata da Autorita’ di ogni ordine e grado, dopo i vuoti normativi e regolamentari dolosamente causati dalle iniziative improvvide dei soliti parlamentari, dopo l’ennesima conferma della totale mancanza di rispetto degli accordi presi da parte del Mit, dopo la perdurante mancanza di capacita’ di programmazione da parte degli Enti Locali, finalmente un ministro della Repubblica dice cose che possono sembrare di semplice buon senso, ma che invece, di fronte alla desolazione dell’incapacita’ politica e istituzionale dell’ultimo decennio, contribuiscono a ridare fiducia a due categorie di lavoratori che si trovano ad affrontare un momento difficile della loro vita lavorativa”.