I camionisti e gli autisti in genere restano a terra, fermi. Senza lavoro. Lo dice una ricerca della Cgia di Mestre che ha stilato un vero e proprio “borsino delle professioni” relativo al periodo 2014-2016. Un periodo, spiega la Cgia, contrassegnato “dalle novità introdotte nel mercato del lavoro sia dal jobs act sia dagli sgravi contributivi temporanei rivolti alle imprese che nel biennio 2015/2016 hanno assunto lavoratori dipendenti a tempo indeterminato”. La ricerca, che include tutti i nuovi occupati, sia subordinati sia autonomi/partite Iva, dice che le professioni che hanno registrato gli incrementi occupazionali maggiori sono gli impiegati, le segretarie, i cuochi, i camerieri, i baristi, gli agenti assicurativi e finanziari. In evidente crisi, invece, i camionisti/autisti.
Nel periodo preso in esame, infatti, “il mestiere più in difficoltà è stato quello dell’autista: alla guida di bus e mezzi pesanti abbiamo perso 38.700 professionisti della strada (- 7 per cento)”, spiega la Cgia di Mestre. Nel 2016, i camionisti e gli autisti in genere (le professioni comprese in questa classe conducono veicoli per trasporto su gomma o su rotaia cittadina di persone e merci; guidano motocicli, autoveicoli, furgoni, autobus, tram, filobus, autotreni e mezzi pesanti per il trasporto merci), erano 510mila, in calo del 7 per cento rispetto al 2014. “In grosse difficoltà”, spiega la Cgia di Mestre, “anche i mestieri legati al mondo dell’edilizia: tra il 2014 e il 2016 gli artigiani e gli operai specializzati nelle rifiniture (come i posatori di piastrelle e di tegole, gli idraulici, gli elettricisti, i serramentisti e gli addetti ai sistemi di coibentazione) sono diminuiti di 36.100 unità (-8,5 per cento)”. Al top, gli impiegati alla segreteria, aumentati di 118.300 unità (+10,7 per cento), cuochi, camerieri e baristi (+110.400 per una crescita del 10,6 per cento) e gli agenti assicurativi/bancari con un incremento di 64mila addetti (+20,2 per cento).