Sarà decisivo, in un senso o nell’altro, l’incontro in programma il 27 aprile al ministero dei Trasporti tra i rappresentanti dell’Unatras e quelli del dicastero. Per il mondo dell’autotrasporto, che in tempi non sospetti ha valutato positivamente la conduzione e le decisioni assunte dal ministro Graziano Delrio in tema di trasporto, questo incontro rappresenta infatti “l’ora della verità”, l’appuntamento, non più in alcun modo rinviabile, per scoprire se le intese che sono state sottoscritte e che contengono misure importanti per la vita delle imprese di autotrasporto diverranno operative oppure se resteranno sulla carta. Ipotesi, quest’ultima, che non potrà che avere, come conseguenza, la protesta. Ipotesi purtroppo tutt’altro che remota: i segnali che i responsabili delle associazioni stanno raccogliendo, non sembrano aprire troppe strade alla speranza.
Colpa anche di alcune scelte particolarmente infelici, per esempio in materia di riforma dei porti e di trasporti eccezionali. Dallo scorso ottobre, mese nel quale il primo ponte è collassato a Lecco (seguito incredibilmente poi da altri due crolli ad Ancona e a Fossano, nel cuneese) sono state dette molte parole ma di fatto i trasporti eccezionali si stanno avviando alla paralisi totale. E dopo l’ultimo evento avvenuto in Piemonte la situazione non è certo migliorata come testimoniano quelle imprese che si rivolgono agli uffici competenti per ottenere autorizzazioni e che segnalano crescenti difficoltà per ottenerle. Per quanto riguarda i porti, poi, si sarebbe dovuto far salpare un nuovo modo di collegare, secondo logiche di sistema, le attività nei porti con quelli delle altre modalità, puntando anche sul contributo degli operatori presenti nei tavoli di parternariato. I primi dati dimostrano che è in atto invece una politica del “fai da te” che ogni presidente del porto, in autonomia e senza coinvolgere gli operatori realmente presenti e con interpretazioni molto personali, porta avanti. Ma il coordinamento nazionale previsto che fine ha fatto? Nel trasporto su gomma non elenchiamo tutte le questioni irrisolte perché ne uscirebbe un elenco lunghissimo. Ci limitiamo a riassumere per titoli le principali: le misure per contrastare le forme di abusivismo dei vettori esteri, (il governo italiano ha concordato il 31 gennaio, con altri otto ministri dei trasporti, interventi a tutela del trasporto stradale); la defiscalizzazione per i conducenti; i costi minimi della sicurezza; i bonus per la comodalità ferro /mare; il funzionamento degli uffici delle motorizzazioni civili (dove le immatricolazioni e le revisioni avanzano a passo di lumaca o stanno del tutto ferme); la ripartizione delle risorse previste per il settore; i tempi di pagamento. Oltre, ovviamente, al problema dei trasporti eccezionali che non ferma solo i giganti della strada, ma spesso la miglior produzione made in Italy che, non arrivando a destinazione, spingerà la clientela a rivolgersi altrove. Domande che esigono, una volta per tutte, risposte certe. Ne va della credibilità del Governo. Se tutto quello che è stato sostenuto, e messo nero su bianco, fino a oggi non era frutto di bugie, basta la volontà politica per evitare conseguenze inevitabili.
Paolo Uggè, presidente di Fai Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio