Un grande storico francese oltre che uno dei più grandi osservatori dei cambiamenti a lungo termine che avvengono nelle civiltà, Fernand Braudell, sosteneva che in un mercato senza regole è il capitalismo di rapina a uscire vincitore. In sostanza un ritorno al Far West dove il pistolero più veloce elimina il più debole. Sarebbe stato straordinariamente interessante conoscere, se solo fosse stato ancora in vita, le riflessioni di questo grandissimo “osservatore del mondo” sui cambiamenti che negli ultimi tempi hanno visto protagoniste realtà capaci di spazzar via ogni “vecchia” regola del “gioco”: realtà pronte, per esempio, a conquistare a colpi di App il monopolio del trasporto passeggeri su taxi e auto a noleggio con conducente, come sta tentando di fare Uber; o magari di offrire ospitalità in casa propria, mettendola di fatto in affitto e magari offrendo pure cibo, attraverso portali come Airbnb…
Ne avrebbe avuto di materiale da studiare Fernand Braudell con Uber, Airbnb, Amazon, Ali Baba… Magari esaminando i cambiamenti in termini di qualità, per verificare se la rivoluzione tecnologica non abbia fatto aumentare, chissà, anche fenomeni come l’abusivismo o la concorrenza sleale. Diversi opinionisti, tra coloro che vanno per la maggiore, si sono apertamente schierati a favore di questi “percorsi” alternativi sostenendo che questo sia evoluzione che produce vantaggi agli utenti. Nel caso Uber i rappresentanti dei consumatori si sono addirittura costituiti in giudizio per sostenere gli interessi di chi vuole un’ampia possibilità di offerta, per poter disporre magari del monopolio del trasporto privato dei passeggeri, senza domandarsi però quanto potrebbero aumentare i pericoli per la sicurezza senza la possibilità di reali controlli su chi è al volante. Possibile che nessuno si sia domandato: “chi fornisce garanzie sulla sicurezza e professionalità di soggetti che servono piatti cucinati a casa propria?”. Oppure: “chi assicura che al volante di quell’auto affittata con un’App non ci sia un alcolizzato, un drogato, uno con precedenti per violenze sessuali?”. La verità è che è sempre un soggetto terzo, meglio se pubblico, che deve offrire le garanzie. E la cosa più incredibile, da ridere se non avesse risvolti tragici, è che diversi tra questi grandi opinionisti sono però i primi, quando si verificano incidenti stradali con vittime, a denunciare “i killer della strada”, così come sono i primi a scagliarsi, perché fa audience, sulla mancanza di sicurezza nei porti, nei trasporti ferroviari… I primi, insomma, a chiedere controlli più stringenti e a invocare più sicurezza, senza rendersi conto che per ottenere questo “valore” occorre il rispetto delle regole e una autorità pubblica (lo Stato) che le faccia rispettare. Tornando a Fernand Braudell, siamo sicuri che in un mercato che sta andando verso i “liberi tutti” si tutelino davvero gli utenti e i soggetti più deboli? Le libertà economiche sono una grande conquista, ma un mercato sano (e questa è la regola fondamentale) si realizza quando si determina l’equilibrio tra domanda e offerta. In quel caso il prezzo di un bene è considerato equo. Se nei servizi di trasporto qualcuno che esercita solo l’attività di intermediario, e dunque senza le responsabilità e senza sopportare i costi che i professionisti seri debbono affrontare, opera senza il rispetto delle regole, la conseguenza sarà una sola: far nascere il monopolista che poi determinerà le condizioni più confacenti ai propri interessi e non a quelli degli utenti. Un Governo deve saper coniugare le positività della liberalizzazione guardando avanti ma essendo in grado di coniugarla con il valore della sicurezza, bene superiore ai principi del mercato. Questo impedisce il ritorno a tempi in cui lo sfruttamento dell’uomo era la regola.
Paolo Uggè, presidente di Fai Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio