“La riforma dei porti, che abbiamo salutato con favore per i principi che l’hanno ispirata, sta mostrando tutti i limiti che avevamo individuato in tempo utile”. Lo dichiara il vicepresidente di Confcommercio e presidente di Conftrasporto, Paolo Uggè, annunciando un prossimo evento sul tema delle Autorità portuali e sulle prospettive di rilancio della portualità campana. “Il primo limite della riforma”, spiega Uggè, “riguarda il ruolo della rappresentanza delle imprese che è stato soppresso insieme ai comitati portuali. Ai tempi ristretti della riforma non sono seguiti tempi altrettanto rapidi per le nomine di presidenti, dei comitati di gestione e degli organismi di partenariato”.
“Non mancano le riserve sulla specifica professionalità di molti componenti dei comitati di gestione, senza contare qualche profilo di incompatibilità. Si corre il rischio”, incalza il vicepresidente di Confcommercio delegato per le Infrastrutture e la logistica, “di congelare anche quei piani regolatori portuali che con grande sforzo avevano fatto timidi passi in avanti dopo 20 anni dalla legge che ha istituito le port Autority. Ancora non si è insediato il tavolo di coordinamento nazionale dei porti e nel frattempo molti finanziamenti europei restano al palo e si parla troppo spesso di argomenti che agli operatori del settore non interessano affatto”. “A Napoli, uno dei maggiori scali del Paese, è stato approvato il primo Pot – il Piano Operativo Triennale della gestione post-riforma. E proprio a Napoli, dove il presidente Spirito programma un evento con le massime istituzioni privo di spazi per un dibattito con gli stakeholders per consacrare questo piano operativo, resta una grande fibrillazione tra gli armatori e gli operatori di tanti segmenti trainanti”. “Confcommercio, la prima e più estesa rete di imprese del Paese, guarda ai porti ed alla logistica sempre con maggiore interesse ed attenzione. Per questo”, annuncia il vicepresidente di Confcommercio, “ha programmato un evento per presentare una prospettiva di rilancio della portualità campana e soprattutto per dare voce a quegli operatori, oggi sostanzialmente esclusi da un’efficace interlocuzione con le istituzioni, che manifestano grandi perplessità per le azioni messe in campo e per la prevedibile perdita di spazi vitali”.