Probabilmente non è vero che, come affermava invece lo scrittore francese Georges Perec, che “la felicità si trova forse solo dentro le stazioni”. Certo invece è che una stazione può regalare la felicità di trovare un’ottima occupazione lavorativa, cosa non da poco in tempi di crisi, felicità destinata a raggiungere addirittura vette elevatissime per chi fin da piccolo ha subito il fascino di uno dei mezzi di trasporto più belli che esistano: il treno appunto. Un lavoro come quello del macchinista, professione che le imprese ferroviarie aderenti in FerCargo hanno deciso di sostenere assumendo giovani formati attraverso la scuola per tecnici di conduzione dei mezzi ferroviari nata a Venezia grazie alla Fondazione ITIS Marco Polo e Regione Veneto. “Con la ripresa del settore cargo e il forte impulso dato dal Governo alla cosiddetta “cura del ferro” abbiamo registrato anche un forte necessità di operatori ferroviari, in particolari macchinisti, per poter realizzare tutti i collegamenti necessari”, ha commentato il presidente di Fercargo Giancarlo Laguzzi. “Per questo abbiamo deciso di supportare l’iniziativa della Regione Veneto e della Fondazione ITS Marco Polo: il loro corso ci offre la possibilità di trovare risorse e professionalità all’altezza delle esigenze delle nostre imprese associate. Il 2017 può diventare l’anno dello sviluppo della ferrovia e dell’intermodalità in Italia, questo evidentemente si può tradurre anche in nuove opportunità di lavoro. Basti pensare che la media europea del trasporto su ferro è al 18.7 per cento e in Italia abbiamo raggiunto il 7 per cento, e le imprese aderenti in FerCargo, a differenza dell’operatore ex monopolista, hanno registrato complessivamente un + 20 per cento circa nell’anno 2016 sul 2015, causando di fatto la ripresa del traffico nazionale, che ha registrato nello stesso periodo un incremento di circa il 6 per cento”. Per tute queste ragioni le imprese ferroviarie associate a Fercargo “stanno formando e assumendo giovani, contribuendo a ridurre il drammatico dato del 40 per cento di disoccupazione giovanile di questo Paese, provocando saldo positivo nel mercato del lavoro e senza sottrarre personale già formato e qualificato ad altre imprese, come sta invece facendo l’azienda di Stato, ex monopolista, Mercitalia Rail.”