Col cuore e con la mente saranno alla guida di Tir che viaggeranno a passo di lumaca o saranno in strada nei sit-in per porre all’attenzione dell’opinione pubblica, delle forze politiche e del governo i gravi problemi dell’autotrasporto italiano e l’insoddisfazione per la mancanza di risposte su questioni decisive per la sopravvivenza del sistema delle imprese di autotrasporto nazionale. Ma lo faranno solo “virtualmente”, limitandosi ad affidare la loro protesta attraverso interviste a giornali, radio, tv, siti internet…
Una scelta che le associazioni umbre dell’autotrasporto hanno preso “considerata la peculiare situazione conseguente al terremoto dell’ottobre scorso”. Nessun corteo lumaca di camion o sit-in di protesta presso i nodi stradali per evitare disagi alle popolazioni colpite dal sisma, ai turisti arrivati a visitare le bellezze di questa terra e, contemporaneamente, lavoro per gli abitanti. “Ci è sembrato giusto così”, ha commentato Carlotta Caponi, segretario della Fai, la federazione autotrasportatori italiani, dell’Umbria. “Condividiamo completamente la decisione adottata dal coordinamento unitario delle sigle dell’autotrasporto Unatras, che riunisce le maggiori associazioni dell’autotrasporto, quali Fita-Cna, Confartigianato Trasporti e Fai, di indire una giornata di mobilitazione nazionale. Ma confidiamo in una soluzione dei problemi, e in questo momento così difficile per le nostre popolazioni abbiamo preferito “sacrificare” la protesta. Questo non significa però che il Governo possa continuare ad adottare certi comportamenti, inqualificabili, con la categoria: le associazioni umbre ribadiscono con forza che, qualora il Governo dovesse continuare a sottrarsi a un necessario confronto serio sulle problematiche del settore, il fermo dell’autotrasporto diventerà l’unica strada da percorrere. E, in quel caso, anche le aziende umbre non si sottrarranno a questa forma di protesta, tanto grave quanto, necessaria”.