“Ma che cosa è questo schifo?”. “Tranquillo, è una Yugo 45, il massimo della tecnologia automobilistica serbo-croata”. Il dialogo tra Dan Aykroyd e Tom Hanks nel film “La Retata” dice tutto. E ancor di più dice la reazione del pubblico dei cinema di Trieste ( “una vera e propria ovazione”), raccontata dal quotidiano Il Piccolo. Vista da occidente, quell’auto non era proprio un capolavoro. Eppure, la Yugo 45 entrerà nella storia. Resterà per sempre la vettura simbolo della Zastava, lo storico marchio della Jugoslavia di Tito, cancellato in questi giorni dal tribunale di Kragujevac per bancarotta.
Era una vera e propria icona, la Zastava. Un po’ come la Trabant nella Germania dell’Est. Sulle auto costruite nell’impianto di Kragujevac hanno viaggiato gli jugoslavi e anche i loro sogni: auto come la Ficko o la Yugo 45. La Zastava in origine, nel 1853, produceva armi, ma successivamente l’attività fu convertita in automobili. Se per molti le sono quasi sconosciute, non è così per i triestini, colpiti dai “colori improponibili” delle 600 Zastava, “parcheggiate, più o meno regolarmente, nel Borgo teresiano di Trieste”, racconta Il Piccolo. “Ma quel che ha sempre sorpreso tutti è l’enorme e non dichiarata capienza della Seicento Zastava. Al suo interno i cittadini jugoslavi, reduci dallo shopping triestino, nascondevano di tutto e di più”. Un carico di merce che poi veniva rivenduto al di là del confine. Ora è arrivata la fine, sancita da da 330 milioni di euro di debiti rispetto a un valore aziendale di 5,25. La Zastava ha prodotto anche diverse vetture Fiat. Nel 2008 Fiat e il governo serbo crearono una joint venture che portò alla nascita di Avtomobili Srbija, con la nuova società che entrò in possesso dei macchinari e dei beni immobili della Zastava.