La differenza c’è, è netta e pesa sul portafoglio. Tra fare il pieno da soli o lasciare l’incombenza al benzinaio ballano cifre importanti e gli italiani lo sanno: il 70 per cento, infatti, sceglie mediamente il self-service, con punte che in alcune aree arrivano fino all’85 per cento. D’altronde, il differenziale tra self e “servito” può arrivare fino a 30 centesimi al litro. I dati sono stati presentati a “Oil&nonoil-S&TC”, la manifestazione di settore arrivata all’undicesima edizione.
Un settore rappresentato da oltre 22mila impianti: il 50 per cento del comparto è in mano agli indipendenti, tra grande distribuzione, pompe bianche e privati e cresce sempre più il peso del self-service. Continua a esistere il problema dei prezzi più alti in autostrada, con rifornimenti più cari tra i 12 e i 19 centesimi al litro rispetto alla rete ordinaria. Il futuro, è emerso Oil&nonoil-S&TC, sarà sempre più dei piccoli e medi operatori della distribuzione. “Gli indipendenti”, ha spiegato il vicepresidente di Assopetroli, Andrea Stasi, “stanno occupando gli spazi lasciati liberi dalle grandi compagnie petrolifere, sfruttando i vantaggi di muoversi meglio sul territorio e di rispondere più velocemente alle esigenze del cliente. Per crescere, ottimizzando servizi, approvvigionamenti e promozione saranno però inevitabili delle aggregazioni con logiche di rete”. Il settore sta registrando un risveglio, con gli imprenditori interessati a investire in nuove stazioni di servizio. Il saldo del 2015 tra nuove autorizzazioni e cessazioni di attività è infatti di +750: la Lombardia è la regione con il balzo maggiore (+122 autorizzazioni), seguita da Toscana (+103) ed Emilia Romagna (+92). Le licenze sono invece in calo in Veneto (-72), Lazio (-51) e Sicilia (-50).