Il “Piano industria 4.0” varato dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda per rilanciare gli investimenti contiene un errore, dovuto a una banale disattenzione, e che potrà dunque essere corretto? È quanto si augurano i responsabili delle case costruttrici di autoveicoli e delle imprese di autotrasporto, altrimenti penalizzati dalle norme presenti nel piano da 13 miliardi di risorse pubbliche per attivare investimenti innovativi con incentivi fiscali. Già, perché nel programma di interventi, nel “capitolo” dedicato alla proroga della possibilità, attualmente prevista, di mantenere la percentuale di ammortamento al 140 per cento per gli investimenti in veicoli pesanti, qualche tecnico ha deciso di prevedere la riduzione dell’aliquota al 120 per cento.
Conftrasporto ha immediatamente evidenziato l’incongruenza, frutto forse di scarsa riconoscenza, della scelta nei confronti di chi ha deciso di investire in sicurezza e sostenibilità ambientale oltre che di chi produce autoveicoli pesanti. Forse chi ha suggerito al ministro (col risultato di metterlo in difficoltà) una simile manovra dimentica che nell’anno in corso gli investimenti decisi dagli operatori del mondo dell’autotrasporto hanno generato una ripresa significativa nell’acquisto dei mezzi pesanti e che uno degli elementi che ha favorito tale scelta è stata l’intesa che il mondo associativo, che rappresenta il settore, ha compiuto, accettando di escludere dalla compensazione prevista sul recupero dell’accisa sul gasolio per autotrazione e su ulteriori interventi riguardanti il mondo del trasporto gli autoveicoli a motorizzazione euro 0, 1,e 2. Ora non sarebbe affatto corretto sottovalutare come l’acquisto di veicoli di nuova generazione abbia generato per lo Stato un incremento delle entrate fiscali (minor compensazione e maggior gettito Iva). La domanda che gli imprenditori si pongono non può che riguardare la coerenza di un Esecutivo che da un lato assume decisioni per rilanciare il mercato della vendita dei veicoli industriali pesanti, favorendo nel contempo sostenibilità ambientale e maggior sicurezza sulle strade, e dall’altro li penalizza attraverso altre misure, presentate peraltro come un sostegno agli investimenti. Forse che la mano destra non sa ciò che fa la sinistra? Oppure è un tentativo evidente di recuperare quello che si annuncia di concedere a favore degli investimenti? In altre parole una presa per i fondelli…
Paolo Uggé, presidente Fai Conftrasporto e vicepresidente Confcommercio