Può un Paese che vuol essere credibile annunciare uno sciopero nel settore del trasporto aereo, in piena estate, con centinaia di migliaia di passeggeri in partenza, vederlo cancellato dal ministro dei Trasporti e a poche ore di distanza vederlo riconfermare dai giudici del Tar del Lazio e di nuovo cancellato in zona Cesarini dopo che il ministero ha deciso di convocare in settimana un incontro con i sindacati? La risposta è no. Questo può accadere solo in un Paese raccontato nelle barzellette. Invece è tutto vero e non c’è, purtroppo, nulla da ridere, specialmente per chi sabato 23 luglio doveva partire.
E che si è ritrovato la sera prima a dover rincorrere un valzer di annunci e smentite. Fino alla decisione finale: La rinuncia dei sindacati a scioperare e a spostare ad altra data la protesta. Cancellando così anche la decisione del Tar, il tribunale amministrativo regionale, del Lazio che aveva “condannato” la decisione del ministro Delrio annullando l’ordinanza con la quale aveva differito ad altra data lo sciopero proclamato dai sindacati dei controllori di volo perché “non idonea a rappresentare ragioni eccezionali, tali da consentire una limitazione del diritto di sciopero”.
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