La compagnia aerea low cost EasyJet ha parlato di “momento commerciale più difficile degli ultimi 10 anni”; il colosso tedesco Lufthansa ha lanciato addirittura un profit warning, un “allarme utili” per avvertire gli investitori di una più che probabile diminuzione degli utili. Colpa della paura di possibili attentati terroristici che tiene a terra sempre più viaggiatori e che ha costretto le compagnie aeree, nonostante l’estate sia in genere un periodo redditizio, a fare i conti con ricavi in calo e il rischio di dover scontare nei prossimi mesi anche l’effetto della Brexit, del golpe in Turchia e degli attacchi di Nizza. “Le prenotazioni, specialmente sui voli di lungo raggio verso l’Europa, si sono ridotte in modo significativo, in particolare a causa dei ripetuti attacchi terroristici in Europa e della crescente incertezza economica e politica”, hanno spiegato i responsabili di Lufthansa che prevedono ricavi in calo dell’8-9 per cento, dopo il -2,6 per cento dei primi sei mesi dell’anno, e un calo dell’utile operativo rispetto allo scorso anno, contro le attese di una leggera crescita. Previsioni nere, che sono costate care al titolo, arrivato a perdere il 7,6 per cento a Francoforte prima di chiudere a -5,95 per cento, trascinando al ribasso anche la principale rivale, Air France-Klm, che ha chiuso a Parigi in calo del 4,11 per cento. Ma la paura dei viaggiatori ha un impatto anche sui voli di breve e medio raggio. Tanto che la low cost inglese EasyJet (-5,32 per cento sulla Borsa di Londra) ha chiuso il trimestre con ricavi per posto in calo dell’8,3 per cento mentre i ricavi totali sono diminuiti del 2,6 per cento. “Il contesto economico e operativo del trimestre è stato difficile”, ha spiegato Carolyn McCall, amministratore delegato della compagnia che ha lanciato promozioni sui propri prezzi in un momento come l’estate in cui non ce n’era mai stato bisogno. “Non ci era mai capitato. E se per il consumatore questo è fantastico, per gli affari non è una cosa così buona”, ha aggiunto Carolyn McCall, che ora vede nella “recente volatilità delle valute” a seguito della Brexit e nei recenti eventi in Turchia e Nizza un ulteriore elemento di rischio per la fiducia dei consumatori.