Trasporto pubblico locale bocciato, Delrio indica i quattro punti da cui ripartire

La delega di riforma che mette al centro i cittadini, i costi standard, il rinnovo del parco mezzi e la certezza del finanziamento statale. Sono i “quattro pilastri”, come li ha definiti lui, indicati dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, che mercoledì ha risposto a un’interrogazione alla Camera. “Siamo assolutamente convinti che un regime di concorrenza, laddove ovviamente vi sia il desiderio e l’intenzione di soddisfare al pieno i diritti dei cittadini alla mobilità, sia esattamente un diritto che vada espletato fino in fondo”, ha detto il ministro.

“A questo fine”, ha continuato Delrio, “noi abbiamo messo in campo quattro azioni per fare in modo che il diritto alla mobilità, che riguarda milioni di persone sui servizi pubblici, per esempio in un anno ci sono più di 750 milioni di persone che si muovono sulle metropolitane di Milano e oltre 250 milioni su quelle di Roma, significhi garantire un servizio efficiente. Il primo pilastro”, ha spiegato il ministro, “è il decreto all’esame del Senato sui Servizi Pubblici Locali, che va in questa direzione. Dice che, appunto, bisogna aprire al mercato e si può esercitare in house solo secondo le direttive europee.  Per rafforzare il trasporto pubblico locale puntiamo essenzialmente sulla regolazione: nel decreto delegato sui Servizi Pubblici Locali c’è la centralità del cittadino nelle fasi di pianificazione e nella erogazione di servizi. Il secondo pilastro molto rilevante è il decreto che determinerà i costi standard grazie al quale sarà possibile perseguire una più equa distribuzione delle risorse statali tra le regioni superando così la spesa storica che è un altro elemento di inefficienza e quindi ponendo i costi a elemento di riferimento per le basi di gara. Il terzo pilastro è il rinnovo straordinario dei mezzi obsoleti e inquinanti. Come lei sa”, ha risposto Delrio, “il parco autobus italiano viaggia con vita media circa di 12 anni rispetto ai 7,7 anni in Europa e quindi abbiamo investito notevoli risorse: già trasferiti 350 milioni di euro alle Regioni per l’acquisto di nuovi autobus, altri 150 milioni sono pronti per essere trasferiti nel prossimo anno e abbiamo messo oltre 640 milioni per il rinnovo del parco rotabile in campo ferroviario. E investiremo ulteriori risorse con i Fondi Azione e Coesione per favorire il ricambio rapido del parco mezzi anche nel nostro Mezzogiorno”. E da ultimo, “quarto pilastro: oltre ai servizi pubblici locali di qualità, ai costi standard, al rinnovo del parco rotabile, la certezza della dinamica del finanziamento che oggi è troppo variabile e poi forme di incentivi tariffari per i cittadini che scelgono di abbandonare l’uso dell’auto e di scegliere il mezzo pubblico per utilizzare quindi la mobilità collettiva che è la vera sfida che questo Paese ha di fronte, visto che la gran parte dei cittadini e delle merci si muovono appunto su gomma o con mezzo privato e quindi è chiaro che questo è il nostro obiettivo. Obiettivo che sarà raggiunto anche grazie a una progressiva liberalizzazione. Nel decreto Servizi Pubblici Locali sono previste gare a piccoli lotti esattamente per favorire la concorrenza, la qualità del servizio e la centralità dell’utente”.