Spettabile redazione, vi invio questa lettera aperta. su una piccola storia di ordinaria follia al volante di cui sono stato testimone. “Sabato 14 maggio 2016, ore 15 circa. Sto percorrendo via Baioni, strada che, proveniendo dalla Valle Brembana, una volta entrati in città conduce in centro a Bergamo. Appena passata, sulla mia destra, la Palestra Sportpiù, la dove via Baioni diventa via Nazario Sauro e dove la strada curva verso destra, mi accorgo, guardando nello specchietto, che alle mie spalle sta arrivando in sorpasso un’utilitaria grigio metallizzato chiaro, auto che dopo una frazione di secondo infatti mi supera andando poi ad accodarsi alle auto poco più avanti ferme al semaforo. Manovra pericolosissima, perché sarebbe bastato che in quell’istante arrivasse in direzione opposta un’altra auto per garantire un frontale. Se poi – penso – fosse stato un ragazzino in moto, ci sarebbero state ottime probabilità di avere conseguenza drammatiche. Forse ripensando anche a un incidente di cui sono stato testimone in passato sempre in quella zona, costato la vita a un motociclista padre di famiglia, raggiungo l’auto, mi fermo scendo e picchio nel vetro invitando il conducente ad abbassare il finestrino. Cosa che fa senza alcun problema ma anche senza neppure lasciarmi finire la frase: “Ma si rende conto di cosa ha appena fatto?!” per dirmi subito: “Ma se lei non sa neppure dove sto andando?”. E dopo una frazione di secondi aggiunge: “mio padre in ospedale deve essere sottoposto a un intervento al cuore”. Non so perché ma la sensazione è che non stia raccontando esattamente la verità. Sospetto che forse nasce da un’altra sensazione: che possa aver bevuto. Ha una cinquantina d’anni, capelli riccioli e brizzolati. Anche se la storia del padre fosse vera, mi dico (e soprattutto gli dico) ,”per andarlo a trovare in ospedale deve rischiare di ammazzare qualche motociclista o spedire in traumatologia un automobilista?”. Mi guarda con aria di chi è stato scocciato mentre ha altre cose più importanti, mi liquida con un ironico “si, va bene, grazie”, innesta la marcia se ne va. Risalgo sulla mia auto, non senza dopo aver pronunciato un chiarissimamente percepibile, “maledetto cretino” (perchè può darsi che la preoccupazione stressi ma la manovra resta cretina…) ….) e mi accorgo che la parte posteriore della sua auto, sul lato sinistro, è semidistrutta. Come se avesse fatto una retro alla cieca. Decido di seguirlo per vedere cosa fa e ho immediatamente la conferma che, forse ancora per lo stress per l’intervento al cuore al padre che l’ha reso decisamente poco lucido, arrivato all’altezza del parco Suardi prosegue la sua corsa senza neppure toccare il freno col semaforo (freccia direzionale a destra) rosso. Mi fermo e quando riparto ho solo il tempo di notare che arrivato la dove c’è la facciata principale della caserma Montelungo, svolta a sinistra in una stradina laterale. Una scorciatoia per l’ospedale? Boh. Ho il sospetto che la storia dell’intervento al cuore fosse una palla . Ma ho soprattutto una certezza: che per strada ci siano troppi pirati che nessuno controlla. Spero di non dover rincontrare quel signore mentre dovesse ripetere simili manovre (non so se resistere in tal caso all’istinto di piantargli due ceffoni); spero di cominciare a incontrare invece molte più pattuglie di vigili, polizia, carabinieri che, per le vie di Bergamo, non sembrano esserci mai quando circolano certi idioti, o, peggio, delinquenti della strada. Al sindaco di Bergamo chiedo: togliere un po di vigili dagli uffici (per compilare le scartoffie bastano delle segretarie…), togliere un po’ di soldi a esigenze decisamente meno più importanti per avere più controlli per strada non sarebbe cosa buona e giusta? (E la stessa cosa vale per chi ha autorità in materia di carabinieri, polizia……)”. Ps: se la storia dell’intervento al cuore dovesse essere vera mi scuso per aver pensato male. Nessuna scusa invece per un comportamento irresponsabile che avrebbe potuto spedire in ospedale altra gente e che non è in ogni caso giustificabile (anche perché dopo un sorpasso in curva con linea continua e un rosso bucato in poche centinaia di metri non oso pensare quali altre stragi di articoli del codice stradale abbia compiuto quel conducente….); Ps 1: purtroppo non ho avuto l’accortezza di annotare la targa; Ps 3; dovessi reincontrare quel signore lo riconoscerei fra mille: Ps 4 e ultimo: se doveva andare in ospedale dal padre, mettere un bel fazzoletto a finestrino come facevano i nostri genitori e suonare il clacson non poteva essere una soluzione? O avrebbe attirato l’attenzione di un’eventuale pattuglia, sempre che fosse in servizio in zona…..
Pietro B.