La crisi dell’auto è finita? Per il Centro Studi Promotor il 2016 potrebbe essere l’anno della svolta. “Dopo un gennaio in modesta crescita (+6,2 per cento), il dato di febbraio torna ad accreditare l’ipotesi che il mercato dell’Unione Europea possa colmare nel corso del 2016 il calo delle immatricolazioni rispetto ai livelli ante-crisi (2007), calo che nel 2015 era ancora dell’11,94 per cento”, si legge in una nota del Centro Studi Promotor.
“Sarebbe un fatto importante anche perché a livello mondiale il mercato dell’auto ha da molto tempo superato la crisi del 2008. Questa crisi ha prodotto infatti soltanto un modesto rallentamento delle vendite nel 2009 a cui ha fatto seguito una crescita ininterrotta culminata in un nuovo record nel 2015. Tra l’altro va sottolineato che questo andamento è dovuto non soltanto al mercato dei Paesi emergenti (ormai emersi), ma anche a un rapido superamento della crisi del 2008 da parte di tutti i mercati avanzati che non appartengono alla zona euro”. Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, “l’ipotesi di recupero del gap è confermata dal fatto che la crescita (sia in febbraio sia nel consuntivo di gennaio-febbraio) interessa tutti i ventotto mercati nazionali dell’Unione con la sola eccezione dell’Olanda e della Grecia”.
“Un’ulteriore conferma della buona condizione del mercato europeo dell’auto”, spiega Quagliano, “viene dal fatto che in febbraio e nel primo bimestre la crescita è robusta in tutti i cinque maggiori mercati”. In particolare nel mese scorso le immatricolazioni sono cresciute a due cifre in Italia (27,3 per cento), Francia (13 per cento), Spagna (12,6 per cento) e Germania (12 per cento). Solo il mercato del Regno Unito, tra i cinque maggiori, mette a segno un incremento a una sola cifra, che è comunque dell’8,4 per cento, livello più che soddisfacente, se si considera che il mercato britannico ha fatto registrare il record assoluto di immatricolazioni nel 2015″.