Cosa ci faceva un vigile urbano in ufficio in mutande e ciabatte? Semplice, timbrava frettolosamente il cartellino per poi tornarsene a farsi gli affari propri. Non ha fatto però i conti con le telecamere nascoste collocate dalla Guardia di finanza per provare il diffuso assenteismo dei dipendenti del Comune di Sanremo. Una “spia” che oltre al vigile custode dell’anagrafe del Comune ha “incastrato” numerosi altri dipendenti che entravano, timbravano e uscivano, con le buste della spesa e quelle dello shopping appena cominciato. O, addirittura, con addosso il casco, per non perdere troppo tempo “in ufficio”. C’è chi timbrava al mattino presto e poi andava a aprire il chiosco dei fiori della moglie, chi timbrava per sé e per altri cinque-sei colleghi, chi timbrava l’entrata e poi se ne andava e tornava nel pomeriggio a timbrare l’uscita. “Dai fotogrammi – commentano gli inquirenti – si comprende come questa importante formalità fosse diventata solo una scocciatura in barba alla correttezza dei dipendenti onesti. Non esiste nemmeno più la percezione del disvalore, non c’è alcuna remora di coscienza”.