Allarme incidenti, tornano a crescere i morti sulle strade: troppe le distrazioni

Le statistiche fanno suonare un campanello d’allarme da non sottovalutare. Dopo anni in cui le vittime della strada erano in costante diminuzione la tendenza è cambiata, con gli incidenti mortali in notevole aumento sulle strade italiane. Sul banco degli imputati le numerose distrazioni al volante, come l’uso degli smartphone per inviare sms o consultare email e addirittura per scattare dei selfie.

Secondo i dati rilevati da Polizia e Carabinieri, riportati dal mensile Poliziamoderna, ci sono state 972 vittime nei primi sette mesi dell’anno (erano state 952 nell’analogo periodo del 2014). Statistiche che segnano un’inversione di tendenza rispetto a un trend di bilanci positivi che aveva caratterizzato oltre un decennio (2001-2013). Gli incidenti mortali sono passati dagli 879 del 2014 agli 897 dell’anno in corso. Preoccupano gli schianti che si verificano di notte, che sono in netta crescita: a luglio di quest’anno ci sono stati 60 incidenti mortali notturni (erano 28 nel 2014) con 66 vittime (33 nel 2014). A luglio sono aumentate del 70 per cento anche le vittime tra i centauri, e dell’80 per cento tra i pedoni. Agli eccessi di velocità e ai conducenti irresponsabili, al volante dopo abusi di alcol e droghe, si aggiunge – secondo la Polstrada – un ulteriore elemento di distrazione, quello legato alla tecnologia, che distoglie l’attenzione dalla guida per fare contemporaneamente anche altro: messaggiare, scrivere email e addirittura scattare selfie. Una ricerca dell’Istituto francese di statistica ha rilevato che la distrazione per ascolto telefonico durante la guida determina una riduzione dal 30 al 50 per cento delle informazioni percepite dalla strada. Stress e distrazione stanno creando soprattutto nei tratti urbani, i più colpiti dall’aumento dell’incidentalità, un deficit d’attenzione negli automobilisti che risulta letale. Tra le cattive abitudini in auto inoltre c’è il mancato uso della cintura di sicurezza, un optional per molti italiani, soprattutto nei sedili posteriori dove i passeggeri, contravvenendo all’obbligo – come ricorda la Polizia – rischiano, in caso di urto, di essere catapultati fuori dall’auto e di venire travolti dai veicoli che sopraggiungono. Secondo una ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero dei Trasporti solo il 63 per cento dei conducenti indossa le cinture e uno sconfortante 10 per cento di persone rispetta l’obbligo di indossarle nei sedili posteriori.