Un’ecotassa sui camion per finanziare la Tav: la Francia pensa all’Eurovignette

Per coprire i costi della Tav Torino-Lione, i francesi pensano a un’ecotassa da far pagare ai mezzi pesanti in transito sulle autostrade tra Italia e Francia. La proposta dell’Eurovignette, che servirebbe a coprire circa metà del finanziamento francese, è contenuta nel rapporto al primo primo ministro Manuel Valls consegnato dai due deputati Michel Bouvard e Michel Destot (uno di centro-destra, l’altro di centro-sinistra), i parlamentari incaricati dal governo di Parigi di studiare le modalità del finanziamento francese della Tav.
Lo ha reso noto la Telt, la società italo-francese incaricata di realizzare e gestire la futura infrastruttura ferroviaria. “Il rapporto conferma la necessità e l’urgenza di realizzare questo progetto per favorire il trasferimento modale dalla strada alla ferrovia e per promuovere lo sviluppo economico e gli scambi tra l’Italia e la Francia. Ispirato agli esempi svizzeri ed austriaci, il rapporto propone”, informa Telt, “un finanziamento misto sulla base di una Eurovignette alpina, che potrebbe coprire la metà del finanziamento della Francia al progetto”.
Secca la replica dei No Tav francesi. La proposta dell’Eurovignette per finanziare il 50 per cento dei costi della Tav a carico della Francia “non è affatto nuova. Ne ignoriamo le basi del calcolo e ci si chiede come il Governo francese, che ha appena subito una penalità di quasi un miliardo per avere abbandonato la tassa ambientale, potrebbe stabilirne una nuova per finanziare la Torino-Lione”, afferma il coordinamento francese del movimento No Tav. “Possiamo solo constatare che i fondi per lo sviluppo di una politica di trasporti intermodale nelle Alpi creati nel 2002 per finanziare la Torino-Lione e ridurre l’inquinamento nelle valli alpine sono curiosamente assenti dalla relazione (dei deputati francesi Michel Bouvard e Michel Destot, ndr) mentre il signor Bouvard è amministratore dell’agenzia statale creata con questo obiettivo”. Per il coordinamento No Tav francese, inoltre, “è curioso che i due relatori non siano stati auditi dalla Corte dei conti francese che da tempo contesta la rilevanza del progetto e ne denuncia la mancanza di equilibrio economico”.