“Aveva 20 anni ed è morta per mano di un giovane uomo italiano che guidava ubriaco in un pomeriggio di sole; sono trascorsi 10 anni, ma in Italia il reato di omicidio stradale non è stato ancora riconosciuto e la strage continua, giorno per giorno, impunita”. Sono le parole che Tiziana Fumagalli, mamma di Susanna Pelucchi, giovane bergamasca investita e uccisa mentre era in sella al suo scooter, ha inviato al quotidiano L’Eco di Bergamo a dieci anni dall’incidente.
Dieci anni nei quali le cronache si sono spesso riempite di incidenti mortali, causati da persone che si mettono al volante ubriache o drogate. Ma a che punto è l’iter per l’introduzione dell’omicidio stradale? “L’ergastolo della patente e l’introduzione del reato di omicidio stradale sono già passati alla Camera e ora sono all’esame del Senato”, ha detto qualche giorno fa il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Riccardo Nencini, a Scampia, Napoli, davanti a trecento ragazzi delle scuole del quartiere, con i quali ha parlato di sicurezza stradale e delle nuove regole contenute nel nuovo Codice della Strada. “E poi, nel nuovo Codice ci sarà particolare attenzione alle ‘utenze deboli’, come gli anziani, i ciclisti, motociclisti, i bambini. Il numero di incidenti stradali mortali”, ha aggiunto Nencini, “è molto diminuito con l’introduzione della patente a punti, ma è un numero ancora troppo alto e dobbiamo fare in modo che scendano le statistiche”.