“Siamo diventati l’ultima ruota del carro”. L’ha detto Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, che rappresenta i concessionari di tutti i brand commercializzati in Italia, commentando i dati del mercato europeo dell’auto. Numeri che hanno certificato una crescita (anche se inferiore rispetto al passato) in tutto il Vecchio continente, tranne che in Italia, l’unico Paese che ha registrato immatricolazioni in calo. Secondo i dati dell’Acea, l’associazione dei costruttori, a maggio nell’Europa dei 28 più i tre Paesi dell’Efta (Islanda, Norvegia e Svizzera), le immatricolazioni sono state 1.134.000 (+4,3 per cento rispetto allo scorso anno). È il nono mese consecutivo in crescita.
Da inizio anno, le immatricolazioni sono state 5.619.000, in crescita del 6,6 per cento. Tutti i principali mercati, eccetto l’Italia (-3,8 per cento), hanno contribuito alla crescita di maggio: si va dal +0,3 per cento della Francia al +5,2 per cento in Germania, al +7,7 per cento (record storico) nel Regno Unito, al +16,9 per cento in Spagna dove è stato annunciato il rinnovo del piano incentivi e dove ogni giorno vengono immatricolate più di 4.000 auto. Tutti hanno chiuso in modo positivo i cinque mesi: +3 per cento la Francia, +3,2 per cento l’Italia, +3,4 per cento la Germania, +11,6 per cento il Regno Unito e +16,3 per cento la Spagna.
“Il mercato europeo consolida la crescita con l’Italia unico Paese in controtendenza”, ha detto Romano Valente, direttore generale dell’Unrae, l’associazione che rappresenta le Case estere in Italia, che chiede al governo “di trovare la strada della semplificazione e riduzione della pressione fiscale sull’auto”. Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, ha sottolineato che “il livello di crescita conferma il rallentamento del recupero in atto da settembre”, ma anche l’andamento a due velocità della zona euro (+3,3 per cento) e del resto dell’Unione Europea (+7,8 per cento). “Nell’Eurozona”, ha spiegato Quagliano, “il recupero dei paesi della fascia meridionale è particolarmente sostenuto: la Grecia cresce infatti del 42,3 per cento, il Portogallo del 36,5, Cipro del 24,2 e la Spagna del 16,9 per cento. Fa eccezione purtroppo l’Italia, fanalino di coda anche fra i cinque maggiori mercati (Germania, Regno Unito, Francia, Italia e Spagna) che complessivamente valgono in maggio il 76 per cento delle immatricolazioni dell’area”.