Foglie e fibre naturali per costruire le auto. C’è anche chi utilizza Cannabis e patate

Auto sempre più leggere, quasi come foglie. Auto sempre più attente alla natura, con la natura che addirittura sale a bordo. Le vetture del futuro prendono forma e le novità non mancano. Uno dei colossi del settore componentistica, la Johnson Control, ha spiegato che molte parti della auto potranno essere più leggere perché costruite con una nuova tecnologia di stampaggio plastico che sfrutta le foglie e altre fibre naturali. I primi elementi, già disponibili per i costruttori di auto, sono i nuovi pannelli porta realizzati con la tecnologia di stampaggio ibrido CHyM (Compression Hybrid Molding) che unisce le fibre vegetali alle resine ad alta resistenza e che presentano una rigidità superiore del 30 per cento e un peso inferiore del 40 per cento.
Grazie al sistema di produzione CHyM – che affiancherà le molte altre tecnologie che consentono la trasformazione di materiali provenienti dal mondo vegetale in bioplastiche – si sta aprendo un orizzonte di applicazioni sempre più vasto in campo automobilistico, per molti versi totalmente inaspettato.
Utilizzando come materia di base l’amido di mais, il grano, la tapioca e le patate si possono infatti produrre bioplastiche adattabili a diverse parti del veicolo. Una monoposto da competizione, costruita come vettura-laboratorio dall’Università di Warwick in Gran Bretagna, aveva dimostrato negli scorsi mesi la possibilità di impiegare le carote per realizzare il volante e le patate per fabbricare i pannelli della carrozzeria. E diversi esempi di produzione in piccola serie o come prototipo – come la Kestrel realizzata in Canada dalla Motive Industries Inc o la stessa Lotus Eco Elise del 2008 – hanno evidenziato che perfino la Cannabis (naturalmente non usando foglie e inflorescenze che contengono THC ma le parti che servono a ricavarne le fibre) è un ottimo elemento base per innovare la costruzione delle automobili.