I diciottenni non vogliono più la macchina: “Meglio farsi un bella vacanza”

C’era una volta il motorino a 14 anni, la patente B a 18 e poi la macchina. Un sogno per molti. Ora le cose sono cambiate e i diciottenni d’oggi non mettono più l’auto in cima alla lista dei desideri. E non è una questione di soldi. Sono pochissimi i giovani tra i 18 e i 29 anni (il 16 per cento) che se avessero a disposizione 30mila euro li userebbero per comprare una macchina nuova. Molti di più – il 36,2 per cento – quelli che si concederebbero una vacanza da sogno, mentre il 27,6 per cento li conserverebbe sul proprio conto bancario. I dati emergono dal Rapporto Automotive 2013, una ricerca a livello europeo condotta da AlixPartners che mostra un significativo calo dell’appeal delle quattro ruote.

Solamente un giovane su sei comprerebbe un’auto nuova avendo la disponibilità economica per farlo, mentre si fanno largo modalità di trasporto alternative e più attente all’ambiente, come la bicicletta. Infatti, nel nostro Paese, le vendite di bici hanno superato quelle delle auto, sebbene il Paese, con 440 velocipedi ogni mille abitanti, mantenga una delle percentuali europee più basse di diffusione (sono 1.010 nei Paesi Bassi e 900 in Germania). E sebbene solo il 5 per cento degli italiani consideri la bici il mezzo principale di trasporto, l’uso dell’auto si riduce passando dalle dalle 5,1 volte a settimana del 2010 alle 4,4 del 2012, sostituito dalle due ruote e dai mezzi pubblici.
A contrarsi non sono solo l’acquisto e l’uso delle auto, ma anche la loro produzione. Dal 2000 al 2012 i principali Paesi europei, ad eccezione della Germania (+16 per cento), hanno registrato una notevole riduzione nella produzione di volumi: – 13 per cento in Gran Bretagna, -34 per cento in Spagna, -37 per cento in Francia e -50 per cento in Belgio, fino al -62 per cento dell’Italia. Lo studio registra la contrazione del parco auto circolante, con il 2012 che ha visto per la prima volta un saldo negativo tra nuove immatricolazioni e radiazioni (-38mila veicoli).
Nonostante ciò, in Italia la concentrazione di vetture per abitante resta tra le più alte d’Europa, 608 ogni mille abitanti contro una media europea di 497. Alla base della tendenza alla “demotorizzazione” c’è il fattore economico, con la minore disponibilità di spesa, l’aumento della pressione fiscale e dei costi di gestione dell’auto, che in Europa sono cresciuti in media del 4,5 per cento passando da 3.278 a 3.425 euro annui, mentre il prezzo del carburante è salito del 16 per cento. Ma, come dimostra la ricerca, anche se ci fossero i soldi i giovani italiani sceglierebbero altre strade. Da percorrere senza l’auto.