Paura del fisco: mille Porsche “fuggono” ogni mese dall’Italia

“In un momento in cui tutto sembra andare contro il mondo dell’automobile, nonostante sia una delle colonne portanti per l’economia  e contribuisca al benessere del nostro Paese attraverso la creazione di posti di lavoro, ci sembrava opportuno  essere al fianco di chi ama le automobili e non vuole nascondersi”. Con queste parole Pietro Innocenti, direttore generale di Porsche Italia, ha commentato la nuova  campagna di comunicazione firmata Porsche, e realizzata con la collaborazione di Oliviero Toscani e Oscar Giannino, voluta per rimettere in moto la passione per le quattro ruote. Una campagna, intitolata  “Il tuo sogno è possibile”, che esce dai canoni della comunicazione tradizionale del marchio per ribattere alla pressione fiscale sull’intero comparto dell’auto che, in combinazione con la crisi, ha messo in secondo piano l’attenzione degli italiani per il mondo dell’automobile, in particolare  sportiva e di lusso, facendo accelerare vertiginosamente la paura di controlli fiscali e di conseguenti multe. Con la conseguenza immediata di diminuire anche il gettito fiscale per l’erario.  “Pur consapevoli della situazione contingente e non senza un po’ di orgoglio, con il desiderio di ridare voce ai tifosi del marchio e agli appassionati possessori di Porsche, vogliamo che questa campagna Advertising apra un dibattito che riporti a pensare al futuro in modo intelligente e a vivere il presente con maggiore e rinnovata passione” ha aggiunto  il direttore generale di Porsche Italia. Il Marchio di Zuffenhausen è operativo in Italia dal 1985, ha investito direttamente, solo negli ultimi dieci anni, oltre 30 milioni di euro in opere, conta oggi su una rete di 38 concessionarie  e 24 officine autorizzate il cui fatturato 2011 è stato di quasi un miliardo di euro e dà lavoro a circa 800 dipendenti. Inoltre in Italia circolano, tra storiche e moderne, oltre 75mila Porsche, destinate a diminuire drasticamente: dal gennaio scorso circa 1000 Porsche ogni mese hanno lasciato l’Italia per essere vendute in altri Paesi europei, e questo come diretta conseguenza dell’introduzione di misure fiscali penalizzanti come il superbollo e il perdurare di un clima di generale colpevolizzazione dell’automobile di lusso. “Una manovra, quella fatta dal Governo, che ha una ricaduta sia sui fatturati delle aziende Porsche, sia sullo Stato che non potrà contare sul gettito fiscale stesso che è già largamente inferiore alle previsione stante il calo delle immatricolazioni e la perdita di vetture circolanti” conclude Pietro Innocenti. Il Centro studi Unrare ha infatti  reso noto che solo a causa dell’introduzione del superbollo il segmento delle vetture di potenza oltre i 185kw nei primi 9 mesi del 2012 ha avuto una contrazione del 44,1 per cento e che se questo trend verrà mantenuto, a fine 2013 si genererà un gettito da superbollo pari a 155 milioni di euro a fronte del quale c’è un minor gettito di Iva, Ipt e bollo, pari a 90 milioni di euro. Portando così  il beneficio complessivo per l’erario a soli 65 milioni di euro contro i 168 milionipianificati. Inoltre, in relazione al mercato dell’auto nel complesso, sempre secondo l’Unrare, a causa delle manovre fiscali, nei primi 6 mesi del 2012 lo Stato ha avuto 1,25 miliardi di minor gettito Iva, che diventeranno 2,3 miliardi a fine anno. In negativo anche l’incasso delle Ipt, visto che le stime dicono che sempre alla fine del 2012 il minor incasso, rispetto al 2011 si prevede sia inferiore di 100 milioni di euro. Equanto sia importante il mondo dell’Automotive per il sistema Italia emerge, anche da altri dati messi a disposizione da diversi centri studi e dalle associazioni del comparto. In particolare secondo le stime di Econometrica, l’intero settore dell’automotive nel 2011 valeva il 13,4% del Pil italiano e secondo i dati Unrare il mondo dell’automobile nel 2010 ha garantito allo Stato un gettito di 67,8 miliardi di euro, pari al 16,6% del totale e con un’incidenza del 4,4% sul Pil.