Benzina troppo cara, in Francia tasse più basse per far diminuire i prezzi

Ridurre le tasse sui carburanti per limitare il costo dal benzinaio. È questo il succo di una manovra annunciata mercoledì in Francia dal Premier Jean-Marc Ayrault, il quale ha spiegato che Oltralpe ci sarà presto un taglio “modesto” e “provvisorio” sulle accise per la benzina. Una mossa decisa proprio mentre anche a Parigi, in alcuni distributori, il prezzo della benzina senza piombo supera i 2 euro al litro. Proprio come in alcune zone d’Italia (clicca qui). 

Quello adottato in Francia è un provvedimento oneroso per le casse dell’erario, ma più semplice da applicare del blocco dei prezzi alla pompa ipotizzato nelle scorse settimane dal ministro dell’Economia Pierre Moscovici. Questo abbassamento, ha aggiunto Ayrault, riguarderà la parte di imposte percepite direttamente dallo Stato (tramite l’iva al 19,6 per cento e la Tassa interna di consumo sui prodotti energetici o ‘Ticpe’), non quelle destinate a regioni e altri enti locali, ed è una misura transitoria “in attesa di mettere in atto un meccanismo che regoli il prezzo dei carburanti”. Non solo: questa rinuncia a una quota di introiti da parte delle casse pubbliche, secondo il Premier francese, consentirà al governo di Parigi “di chiedere ai produttori e ai distributori la loro parte di sforzo” per contenere l’onere per i consumatori. Proprio per discutere di questo tema, Moscovici ha organizzato per martedì prossimo un incontro con compagnie petrolifere, reti di distribuzione e associazioni dei consumatori, durante il quale saranno dibattute le proposte del governo per far fronte a medio e lungo termine all’impennata dei prezzi. Per ora, i membri dell’esecutivo non hanno anticipato quali siano i provvedimenti allo studio, anche se pare che due delle ipotesi possibili siano già state depennate. La prima, la trasformazione della Ticpe in un’imposta flessibile, con tasso di prelievo che cala all’aumentare dei prezzi e viceversa, è stata scartata in quanto il suo effettivo impatto sul prezzo finale sarebbe ridotto, a fronte di un grave onere per i conti pubblici. La seconda, lo sfruttamento delle riserve strategiche di petrolio, è invece ritenuta efficace solo nel breve termine, tre o quattro mesi, ma incapace di avere un impatto su periodi più lunghi.