Spiavano la targa dei clienti delle lucciole per ricattarli: arrestati per estorsione

Chi ha l’abitudine di frequentare le vie del sesso a pagamento stia ben attento. O quantomeno non ci vada con la sua auto o veda di coprirne la targa, perché in agguato potrebbe esserci uno “spione”. Spione come quello finito in manette nella Brianza Comasca, un 45enne che aveva escogitato un modo infallibile per fare i soldi. Fotografava e filmava le auto in sosta dove stazionano le prostitute e poi chiedeva ai clienti delle lucciole dei soldi in cambio del suo silenzio con i familiari. Nei guai è finito anche un complice del 45enne, un 37enne del Senegal, in Italia senza fissa dimora. 

Lo straniero, secondo la tesi accusatoria, sarebbe stato il titolare di una carta prepagata su cui finivano i soldi raccolti con le estorsioni. I due uomini rimanevano nascosti tra i cespugli, per poi appuntarsi su un taccuino i numeri di targa delle auto dei clienti delle lucciole. Il costo del silenzio era di 200 euro, ben più caro della prestazione, insomma. All’italiano sono stati contestati quattro episodi di estorsione, mentre al senegalese una sola tentata estorsione. Ma al vaglio degli inquirenti ci sono altri eventi che potrebbero essere ricondotti sempre alle stesse persone. Ma come riuscivano i due malfattori a collegare le auto con i proprietari? Secondo i carabinieri, inviando semplicemente una e-mail alla sede centrale dell’Aci.