È uno dei pochi casi in cui la prima classe costa meno delle altre. Perché non si compra, ma si acquisisce con merito, senza provocare incidenti stradali. La classe migliore del meccanismo bonus-malus fa gola a tanti. Ma, forse un po’ a sorpresa, sono moltissimi quelli che già possono vantare di essere al top: secondo un’indagine di Facile.it, quasi un italiano su due è in prima classe.
Il comparatore online del settore Rc ha analizzato oltre un milione di preventivi di rinnovo della polizza auto ottenendo risultati decisamente interessanti. Ben il 47 per cento del campione ha una prima classe bonus-malus. Un dato dettato anche dall’età media di chi guida nel nostro Paese, circa 40 anni, e dal fatto che nei preventivi analizzati ci sono anche quelli che hanno usufruito delle agevolazioni della legge Bersani ereditando la classe di merito di un familiare convivente.
“Avvantaggiati forse da un numero maggiore di anni passati dietro al volante”, spiega Facile.it, “gli uomini hanno mediamente una classe di merito migliore rispetto a quella delle donne: in quarta i primi, in quinta le seconde”.
Interessanti anche i dati relativi alle professioni. Chi dichiara in percentuale maggiore l’appartenenza alla prima classe di merito sono i pensionati (il 66 per cento, ma l’età aiuta a primeggiare), seguiti dai vigili urbani e gli altri appartenenti alle forze armate (60,5 per cento) e, in terza posizione, dai dirigenti (57,8 per cento). Più sfortunati, e sicuramente penalizzati da un’età più bassa, gli studenti (solo il 14,6 per cento è in prima classe, dato che comunque comprende anche chi ha usufruito dei vantaggi della legge Bersani), gli operai e i disoccupati, rispettivamente con il 44,8 e il 46,7 per cento.
Per quello che riguarda le regioni, si scopre che la concentrazione maggiore di cittadini in prima classe di merito è in Veneto, dove si arriva al 55,2 per cento degli utenti totali; seguono i cittadini del Molise (53,2 per cento) e quelli della Valle d’Aosta (52,9 per cento). Si comportano peggio, invece, i cittadini di Puglia (39,8 per cento), Calabria (41,7 per cento) e Lombardia (42,5 per cento).