Da imprenditore a padroncino, autotrasportatore “stritolato” dalle banche

I mille volti della crisi. La recessione economica, il credit crunch, i ritardi nei pagamenti. Realtà drammatiche, con cui molte imprese si sono dovute confrontare, spesso soccombendo. Numerose le storie che si possono raccontare. Tra l’ottobre del 2010 e la fine del 2011, per esempio, un’azienda di trasporto della provincia di Como si è trovata nell’impossibilità di saldare le spese correnti. In attesa del pagamento di alcune fatture, il titolare si è dovuto rivolgere alle banche per ottenere un piccolo finanziamento. 

Una mossa inevitabile per disporre della somma necessaria a coprire le spese ordinarie, come gli stipendi dei dipendenti. La richiesta, però, non ha avuto l’esito sperato, costringendo il proprietario a una drastica scelta. Ridurre il personale da 15 a quattro unità, sperando così di arginare le perdite. Tentativo purtroppo naufragato davanti alle lungaggini burocratiche e al prolungarsi dei tempi di pagamento da parte dei clienti. Risultato finale: l’azienda ha dovuto chiudere e il titolare si è “riciclato” in padroncino, come hanno fatto anche gli altri quattro dipendenti rimasti nella vecchia ditta. La storia è stata resa nota dal comitato tecnico territoriale di Sviluppo Artigiano di Como.