Più volte, anche su questo blog, sono state chieste pene severe per i pirati della strada e per chi causa un incidente, magari provocando la morte di qualcuno, sotto l’effetto di alcol e droga. Questa volta il conducente ubriaco è sì finito in carcere, ma per un errore, o meglio una dimenticanza del suo avvocato. L’incredibile vicenda ha colpito un 48enne residente in provincia di Como, finito appunto in carcere. Era stato sorpreso al volante di un’auto con un tasso alcolico oltre la legge.
Un reato che la legge prevede possa essere commutato con altre forme di espiazione della pena, come l’affidamento in prova ai servizi sociali. Per accedere a queste misure alternative serve però un’istanza presentata entro 30 giorni dalla notifica dell’ordine di esecuzione e del decreto di sospensione della pena. Istanza tuttavia che l’avvocato di primo grado non ha presentato. Così i carabinieri lo hanno accompagnato in carcere. Lui di quell’episodio si era probabilmente dimenticato visto che risaliva al maggio 2006. Era stato trovato alla guida dell’auto con un valore di alcol nel sangue quasi quattro volte oltre il limite. Immediata partì la segnalazione all’autorità giudiziaria, chiusa con la condanna a un mese e 400 euro di ammenda. All’uomo, ora finito in cella proprio per quella sentenza, non è rimasto altro da fare che affidarsi disperatamente a un secondo avvocato che ha presentato un’istanza urgente al magistrato di sorveglianza per chiedere quantomeno i domiciliari. Il rischio concreto è che la risposta possa arrivare a pena già scontata. Il 48enne era incensurato.