Fra gli autotrasportatori che da tre giorni stanno bloccando alcune zone della Sicilia per protestare contro diverse decisioni del Governo, tra cui il rincaro dei carburanti e dei pedaggi autostradali, ci potrebbero essere anche degli infiltrati di gruppi criminali e mafiosi. Ne sono convinti i rappresentanti di Confindustria e di altre undici associazioni che hanno denunciato al Governo “la pericolosità della situazione che si è venuta a creare in Sicilia” chiedendo l’intervento immediato delle istituzioni.
Il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello (che ha denunciato come “tra gli agricoltori e gli autostraportatori che stanno creando notevoli danni al sistema imprenditoriale sia stata rilevata direttamente, e attraverso nostri associati, la presenza di personaggi legati alla criminalità organizzata”), ha inviato una nota al ministro dell’Economia, Corrado Passera, mentre i rappresentanti regionali di Confartigianato, Confagricoltura, Confederazione italiana agricoltori, Cna Sicilia, Casartigiani, Confapi Sicilia, Confcommercio, Lega Coop, Confesercenti Sicilia, Confcooperative, UniCoop hanno scritto al premier Mario Monti e al presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo. “I drammatici fatti di queste ore”, scrivono i rappresentanti delle principali associazioni di categoria che hanno sospeso il fermo, attuato invece dai rappresentanti di sigle minori, “evidenziano la totale assenza, fino a oggi, di provvedimenti incisivi da parte del governo nazionale e regionale: ciò ha portato all’esplosione di proteste esasperate, con forme di lotta che stanno causando ulteriori danni all’economia e ai cittadini siciliani. Le ragioni delle imprese rischiano di essere strumentalizzate dalla peggiore politica e di sfociare in un ribellismo inconcludente aperto anche alle infiltrazioni della criminalità, organizzata e non”.