Un lavoro ai senzatetto delle stazioni dalle Ferrovie italiane, francesi e belghe

Spesso le utilizzano come “casa”. Lì, tra i binari, mangiano, poco a dire il vero, e dormono. Ora proprio le stazioni potrebbero essere un nuovo punto di partenza per le persone senza fissa dimora. Che, proprio in stazione, potrebbero trovare un lavoro. Il progetto in questione si chiama “WORK in Station – Working On Re-inclusion Know-how in European train stations” (Lavorare sugli strumenti per il reinserimento nelle stazioni ferroviarie europee), è promosso dalle Ferrovie dello Stato Italiane assieme alle ferrovie francesi e belghe, e partirà ad aprile 2012.

“La sfida”, spiega Ferrovie dello Stato, “consiste nel trovare modalità innovative sia di inserimento lavorativo per il recupero sociale dei senza fissa dimora che gravitano nelle stazioni, sia di partenariato. Oltre alle imprese ferroviarie, infatti, partecipano al progetto anche le istituzioni locali e il mondo dell’associazionismo. In Italia, ad esempio, il Comune di Roma Capitale, la Provincia di Roma, la Regione Lazio, la Cooperativa Europe Consulting e Anima, l’associazione no profit promossa dall’Unione degli industriali e delle imprese di Roma”. Il progetto durerà 12 mesi ed è appena stato incluso tra quelli finanziati dalla Comunità Europea, con uno stanziamento di 350 mila euro. Soldi che serviranno per dare una nuova opportunità ai senza tetto. “Le stazioni ferroviarie delle grandi città, che da sempre rappresentano un rifugio per i più sfortunati, hanno assunto nell’ultimo decennio un ruolo di primissimo piano nel sistema di trasporto urbano, regionale, nazionale e internazionale”, si legge nella nota delle Fs. “Sono diventate risorse fondamentali per le città, vere e proprie piazze urbane, spesso centri di servizi pubblici e commerciali, scenari all’interno dei quali, pertanto, bisogna ridefinire le modalità e gli spazi per le attività sociali. Dal 2003 al 2010 l’Help Center della stazione Termini ha realizzato circa 140.000 interventi di assistenza e orientamento sociale. Per il solo 2010 su un totale di oltre 16.000 richieste ricevute dalle persone in condizione di marginalità, oltre il 30 per cento ha riguardato l’orientamento al lavoro. In molti casi si tratta di persone in età lavorativa, anche in possesso di elevata qualificazione professionale e/o con significative esperienze lavorative pregresse”.