Morti sulle strade, in Italia 4.000 vittime l’anno. È il Paese peggiore d’Europa

Per aumentare la sicurezza sulle strade il cammino è ancora lungo. I dati, infatti, sono decisamente preoccupanti. Nel 2010 in Italia gli incidenti stradali hanno causato la morte di 4.090 persone, il numero più alto dei 27 Paesi dell’Unione europea. “È necessario intervenire in maniera decisa con misure che contrastano efficacemente questa strage”, ha detto il segretario generale della Fondazione Ania per la Sicurezza Stradale, Umberto Guidoni. “Inoltre, nei casi in cui gli incidenti stradali sono causati da gravi violazioni delle regole della strada, si deve prevedere una fattispecie normativa che regoli il reato di omicidio stradale”. 

I dati, come dicevamo, sono decisamente preoccupanti. E il quadro diventa ancora più preoccupante se si considera che il 27 per cento delle vittime, 1099 persone, aveva un’età compresa tra i 18 e i 32 anni.
Ma perché sulle strade italiane ogni giorno si paga un pesante tributo di sangue? Come spiega la Fondazione Ania in una nota, “in Italia la violazione delle regole della strada è la prima causa delle tragedie stradali. Tra le infrazioni più comuni commesse da chi ha tra 18 e 32 anni c’è la guida in stato psicofisico alterato. Nel 2010, infatti, sulle 30.871 contravvenzioni elevate dalla Polizia Stradale per guida in stato di ebbrezza, il 53 per cento è stato contestato a guidatori tra i 18 e i 32 anni. Dato che peggiora se si guarda alla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti: in questo caso il 60 per cento delle 2.683 contravvenzioni è stato elevato a guidatori di questa fascia di età”.
“Dobbiamo tenere presente che certe condotte di guida”, spiega Umberto Guidoni, “causano alcuni tra i più gravi delitti che avvengono oggi nel nostro Paese. Penso, peresempio, a chi causa incidenti stradali dopo essersi messo al volante sotto l’effetto di droghe o con un tasso alcolemico nel sangue ben oltre la soglia consentita dalla legge. Anche in Italia dovremmo seguire l’esempio di altri Paesi a noi vicini, come il Regno Unito e la Francia, dove sono previste aggravanti con pene come la reclusione fino a 14 anni per chi uccide a seguito di condotte di guida pericolose, imprudenti e sconsiderate. Peraltro, nel nostro Paese, sempre più persone, soprattutto i giovani, sono favorevoli all’inasprimento delle pene legate all’omicidio stradale. Come risulta da una nostra recente indagine realizzata in collaborazione con Ispo, l’84 per cento degli italiani si è dichiarato favorevole all’introduzione del reato stradale. Il legislatore dovrebbe tenere presente questa e altre indicazioni che arrivano dalla collettività e agire di conseguenza”.