Nella lotta contro lo smog Londra è stata la prima a varare un “ecopass”. Si tratta della congestion charge del 2003. Nella capitale inglese la tassa giornaliera da pagare per entrare in centro è di 10 sterline, poco meno di 12 euro, ma se non si salda il conto entro la mezzanotte del giorno di utilizzo scatta un aumento di altre due sterline. Per i residenti c’è uno sconto del 90 per cento, contro i 40 ingressi gratis previsti a Milano (dopo di che si pagano 2 euro, quindi con uno sconto del 60 per cento). Con che risultati? Oggi alcuni ricercatori parlano di calo delle emissioni inquinanti nell’ordine del 10-15 per cento, altri rilevano valori del tutto simili al 2003; l’utilizzo dei mezzi pubblici è però cresciuto del 9 per cento.
Ora la Lombardia chiede consulenza proprio a Londra. Si è infatti svolto a Bruxelles il vertice bilaterale tra l’assessore all’Ambiente, Energia e Reti della Regione Lombardia, Marcello Raimondi e quello della Grande Londra (che comprende anche tutta l’area metropolitana) Kulveer Ranger. Ranger ha spiegato come la politica sulla mobilità di Londra sia profondamente cambiata con l’avvento del nuovo sindaco Boris Johnson, che ha modificato l’impianto dato dal suo predecessore Livingstone. Dal 2008, per esempio, è stata introdotta una Low Emission Zone, per cui i mezzi meno inquinanti hanno l’accesso gratuito a una vasta area della città, mentre i più inquinanti devono pagare una tassa. Ranger si è anche detto interessato ad approfondire come l’innovazione tecnologica – relativa all’industria automobilistica e della componentistica (freni e gomme in particolare) – possa contribuire a ridurre il PM10. “Abbiamo perciò offerto la massima collaborazione”, ha detto l’assessore Raimondi, “per integrare le loro esigenze nelle nostre ricerche e sperimentazioni, che, come nel caso dello studio del JRC finanziato da Regione Lombardia, costituiscono lo stato dell’arte della ricerca sperimentale in materia”.