La benzina sarebbe lì, nei campi italiani, quasi pronta per essere utilizzata. Da quanto emerso nel corso della giornata del bioetanolo, organizzata dal gruppo Mossi & Ghisolfi, in collaborazione con l’università di Firenze e Veronafiere nell’ambito del XIX simposio internazionale dello sviluppo del biofuel, sui campi italiani ci sono infatti 18 milioni di tonnellate all’anno di scarti della produzione agricola che potrebbero essere convertiti in bioetanolo di seconda generazione. Non è poco, visto che si parla di 4,5 milioni di tonnellate sul totale dei 10 milioni di benzina consumata annualmente nel Paese.
L’utilizzo del bioetanolo potrebbe rappresentare una svolta. Tra l’altro, la prossima estate a Crescentino, in provincia di Vercelli, entrerà in funzione il primo impianto al mondo di bioetanolo di seconda generazione, che userà come materia prima la paglia di scarto e la canna di fosso. Come carburante pulito, il bioetanolo all’interno dell’Unione europea rappresenta il 15 per cento del mercato, il cui valore complessivamente supera i 5 miliardi di euro. Secondo le stime dello scorso luglio fatte da EurObserver, le vendite in Ue di biocarburanti sono passate da 1,7 milioni di tonnellate di petrolio equivalente del 2009 a 13,9 milioni. La cifra corrisponde al 2,6 per cento del consumo europeo di benzina e gasolio, a fronte dell’obiettivo, posto dall’Ue, di arrivare al 10 per cento nel 2020.