Quando capiremo che bloccando i Tir fermeremo tutta l’Italia?

Il Tar del Lazio e il Consiglio di Stato con due decisioni recenti obbligano il ministero competente a vietare la circolazione dei mezzi pesanti dal martedì al giovedì per consentire a chi va in vacanza di non trovare mezzi pesanti sulle autostrade. Gli ambientalisti suggeriscono, trovando anche ascolto in alcuni amministratori, di introdurre nelle città limiti assurdi di velocità o di restringere la sede delle strade per limitare la circolazione dei veicoli. Aggiungiamo a tutto questo l’Europa, che prosegue imperterrita nel voler portare avanti una politica che penalizza il trasporto su strada a favore di un trasporto ferroviario inesistente, e il disastro è completato. Tanto varrebbe prendere un settore come quello dell’autotrasporto (fra i traini dell’economia del Paese e assolutamente indispensabile perchè il Paese mangi, beva, si vesta, si curi, lavori) e decapitarlo. La Convenzione delle Alpi e l’Eurovignette hanno la forma di accattivanti relazioni stampate e non certo quello della ghigliottina, ma il risultato rischia di essere lo stesso. E le teste tagliate rischiano di essere quelle di migliaia di autotrasportatori. Resta solo da aggiungere, ultima stangata al settore, lo studio per regolare il traffico pesante transalpino che si basa sulla borsa noli e su un sistema di prenotazione. Attraversare le Alpi significherà trovare una montagna di ostacoli alla libera circolazione delle merci su gomma. I trafori stanno raggiungendo la saturazione e con la ripresa dell’esportazione che ci sta riportando ai livelli di prima della crisi, i tempi di attraversamento delle Alpi sono destinati a dilatarsi: possibile che nessun uomo politico voglia affrontare un tema che per noi rischia di essere vitale? Il pericolo è che nel silenzio generale anche questo nuovo capitolo finisca come l’Eurovignette, la nuova tassa europea, per la quale l’Italia ha dovuto subire un sistema che aumenta i costi per Paesi come il nostro a beneficio di altri situati al di sopra delle Alpi. E con aumenti che arrivano anche al 175 per cento. Cosa si attende allora per una presa di coscienza a tutela dei nostri interessi? In questi giorni abbiamo anche dovuto assistere al vergognoso tentativo di bloccare “manu militari” la realizzazione della galleria che consente la realizzazione del Corridoio quinto (col solo risultato di far slittare a dopo l’estate ogni decisione sui finanziamenti). La solidarietà alle forze dell’ordine c’è stata (era scontata) ma nessuno è arrivato a pensare che nei confronti del Paese ci sia in atto una vera e propria strategia penalizzante? Prima l’energia, poi la Convenzione delle Alpi, ora lo studio per la regolazione del traffico transalpino, nel 2012 l’applicazione della sovrattassa stradale e da ultimo anche i disordini organizzati per impedire un’opera indispensabile. La cultura del non fare limita noi e favorisce altri. Lamentarci tra 15 anni non servirà più a molto. Se lasceremo fare ai soliti pseudo ambientalisti e se il Governo non interverrà futuro, per le nuove generazioni il futuro non promette nulla di buono.

Paolo Uggè (Vicepresidente nazionale di Confcommercio, consigliere del Cnel e presidente nazionale di Fai Conftrasporto).