Chi accende le “luci rosse” vuol solo guidare il Paese fuori strada

Non è nostra abitudine addentrarci in dibattiti lontani dagli interessi delle imprese, ma la ripresa di iniziative mediatiche in atto ci preoccupa molto. Il riferimento è ai presunti scandali a luci rosse che stanno dominando nel panorama politico e in quello dell’informazione, a scapito di notizie e analisi sui problemi reali dei cittadini: quanto sta a cuore agli imprenditori non sono i fatti privati e personali del premier o di chiunque altro, ma le soluzioni per agganciare la ripresa economica. Per questo restano sgomenti nel constatare come si perda tempo a disquisire e amplificare fatti dei quali è facile comprendere l’obbiettivo reale: distogliere l’attenzione dai veri problemi. Ai responsabili (e ai dipendenti) delle imprese del trasporto (ma probabilmente anche ad altri milioni d’italiani) importa approfondire temi concreti. Un esempio? Sapere come, attraverso il Piano della logistica, il governo intenda agire per renderlo uno strumento vincolante e utile alla soluzione di temi quali il costo del lavoro e il fenomeno della delocalizzazione o l’incremento del gasolio per autotrazione. O ancora, a centinaia di migliaia di operatori del settore (ma anche a milioni d’italiani)  interessa sapere se il Governo voglia far rispettare le leggi che garantiscono maggior sicurezza sulle strade. Sono questi i temi sui quali, come ha fatto l’Unatras in questi giorni, occorre incalzare l’Esecutivo. Ci piacerebbe  molto che le forze politiche di maggioranza e  soprattutto quelle di opposizione avanzassero proposte di soluzione a temi che significano posti di lavoro, maggior sicurezza e nuove prospettive. Si apra il dibattito in Parlamento e si facciano conoscere le proposte. Possibile che di fronte al capovolgimento che, dopo cinque secoli, riproporrà il Mediterraneo come  centro di passaggio tra Est e Ovest con forti opportunità per il nostro Paese di poter gestire i traffici verso i Paesi dell’Est europeo, attraverso i porti dell’Adriatico, non si senta la necessità di aprire un serrato confronto sulle strategie di intervento che potrebbe essere decisivo per il nostro benessere? Il Piano della logistica è lo strumento attraverso il quale interagire e magari anche scontrarsi sulle ipotesi di soluzione. Il silenzio lascia il dubbio che, non sapendo cosa proporre, si preferisca montare scandali su comportamenti che poco hanno a che vedere con gli interessi della gente. Ogni uomo sulle questioni morali ha un grado di giudizio che gli deriva dal proprio vissuto e al momento opportuno  lo esprimerà. Ma oggi gli imprenditori vogliono poter valutare le azioni e le risposte ai bisogni del Paese, e non sugli scandali più o meno reali. È su questi temi che gli operatori vorrebbero assistere anche a feroci scontri che invece politici e stampa riservano solo a storie di camere: Purtroppo non quelle di Montecitorio, ma quelle da letto. Da quei letti, teatro o no di storie di sesso, occorre scendere in fretta, ben svegli, e preoccuparsi  di trovare  soluzioni  idonee per ridare fiducia e speranza soprattutto alle generazioni di giovani che non possono che restare negativamente impressionati da una  totale assenza di proposte concrete. Infine ci piacerebbe molto che chi dedica risorse e forze in operazioni mediatiche spettacolari che porteranno solo al discredito del Paese, si applicasse con identica determinazione a scoprire i casi di sfruttamento dei lavoratori, evasioni contributive o fiscali, azioni di riciclaggio di denaro sporco ecc… Con l’obiettivo di far sì che, in un economia globale, sia il rispetto delle regole a concorrere a realizzare il  libero mercato; senza regole perderà sempre il più debole. Ed è nella tutela dei più deboli che lo Stato deve intervenire. Il Paese sano si aspetta questo. Chi sfrutta la curiosità morbosa con notizie che non fanno bene a nessuno, vuole solo impedire alla gente di riflettere.